martedì 31 maggio 2011

Analisi della vittoria



Possiamo ritenerci tutti molto fortunati.
Quella di Milano è stata forse la peggiore campagna elettorale che il centrodestra potesse fare.
Tra le macchine del fango, l'accusare i figli dei magistrati uccisi dai terroristi di essere in combutta con gli assassini dei loro padri, l'utilizzare finti rom, finti punkabbestia cafoni, finti operai costruttori-di-moschee, finte aggressioni, la vergognosa fatwa a reti unificate di un Presidente del Consiglio in flagrante abuso di potere (e in evidente conflitto di interessi)...se avesse vinto la Moratti avrebbero di fatto sdoganato questo modo di fare e non avrebbero esitato a utilizzare sempre più spesso questi mezzucci osceni.

Milano è la fine del peggior tipo di berlusconismo, e la disfatta della Lega al Nord (compresa Novara, città di Cota) ridimensiona di molto la minaccia padana. Tranquilli, insomma: non finiremo in mano ai nazisti dell'Illinois.

Napoli, invece, è la fine del miracolo berlusconiano. Napoli era la grande scommessa di Berlusconi, l'uomo della provvidenza che avrebbe risolto il problema rifiuti. Napoli era la città che stava per diventare preda di Cosentino, il camorrista che mesi fa aveva beffato la legge dello Stato, grazie al vergognoso voto alla Camera per bloccare le indagini e negare l'uso delle intercettazioni che l'avrebbero inchiodato.
Napoli era la città che doveva passare di default alla destra, dopo gli errori di Bassolino e della Iervolino, dopo la faida Cozzolino-Ranieri che ha fatto annullare le primarie, dopo l'annunciato commissariamento del PD campano.
De Magistris , ora posso confermarlo, ha salvato le chiappe alla sinistra e a tutti i napoletani.
Fossi stato napoletano, l'avrei votato anche io. Certo non volentieri, anzi, visto che lo ritengo sostanzialmente un incompetente (e son curioso di sapere come risolverà il problema dei rifiuti a Napoli -quelli che già ci sono, si intente). Il motivo per cui tutto sommato l'avrei votato è ben spiegato in questo post di Francesco Costa.
Ora, se solo Mastella mantenesse la sua promessa, sarei ancor più contento.



Ha perso la Lega di "faranno persino guidare i tram agli stranieri", ha perso la camorra cosentiniana, ha perso il Sallusti di "i figli delle vittime difendono i carnefici", ha perso la Santanchè, ha perso Berlusconi, a tutti i livelli, ha perso la Lega, ha perso il Feltri de "La Mecca dei gay", ha perso la Moratti delle accuse infamanti senza possibilità di replica, ha perso il gruppo dei vari Red Ronnie, Iva Zanicchi, Massimo Boldi, Gigi D'Alessio, ha perso Lettieri che "subisce un autoattentato incendiario al comitato elettorale".
Ha perso Beppe Grillo, sempre più solo, sempre meno ascoltato anche dai suoi (i voti dimostrano che se ne sono fregati dei suoi "son tutti uguali" e hanno votato in massa per De Magistris e Pisapia).
Il Grillo che diceva "Pisapia è un vecchio 60enne, la Moratti vincerà sicuramente" (in un video oggi spammatissimo, accompagnato dalla frase di Grillo stesso: «Su internet quando uno dice una stronzata chiunque lo può sputtanare»). Lo stesso Grillo che rosica abbestia e si lagna della vittoria di Pisapia. Ma sono le farneticazioni di un anziano sempre più isolato, sempre più monologante (generalmente tramite video) e senza contraddittorio, che ripete stancamente le stesse cose, ma che viene ascoltato e seguito solo da pochi fanatici. Grillo come Bin Laden e Berlusconi, insomma.

Ha vinto il centrosinistra. Tutto il centrosinistra. Quindi anche il PD, che per numero di militanti e voti, per mobilitazione e per impegno non è stato secondo a nessuno, anzi. Ha dunque ottimi motivi per gioire.
In questo post viene ben spiegato quali sono stati gli errori che il csx NON ha fatto in questa tornata elettorale.Niente distinguo, niente "appoggio LDM solo se...", niente attention whores, niente sparate sui giornali. Nulla di tutto ciò. Anzi, tutti a lavorare sodo per far vincere De Magistris. Persino D'Alema (che ho molto apprezzato quando ha ammesso che stare lontani dal potere, a Napoli, ci farà solo che bene).

A sinistra siamo, da sempre, abituati alle analisi della sconfitta. Molto più rare sono le analisi della vittoria. Più rare ma molto più utili: non basta sapere cosa non funziona, ma bisogna scoprire anche e soprattutto quello che funziona e capire perchè si viene premiati.
L'analisi della vittoria è quella che al momento manca. Ma è comprensibile, non ci siamo abituati, e ora è anche giusto godersi la vittoria senza troppe pippe mentali.
Ma, come dice Prodi, "mezz'ora di festa e poi si torna al lavoro".

Cito dei miei amici. Il PD, in questa fase, non si accredita come forza trascinante, ma come forza propulsiva: porta voti, tanti, porta organizzazione e radicamento. Ma non crea leaders.
E non c'è niente di male: così si hanno tante ottime personalità che si mettono al servizio della gente e si avvicinano a essi.
Il PD è una macchina elettorale formidabile, capace di galvanizzare gli animi e di essere convincente, specie quando si usano le primarie.
Ecco, parliamo delle primarie. E' chiaro che non bisogna più avere paura delle primarie.
E' chiaro anche che, pur auspicando la fine dei leaderismi, nella società attuale servono delle persone capaci di interpretare la voglia di cambiare del Paese. E' chiaro che il centrosinistra si è di fatto già formato e ha dimostrato di saper essere unito. Manca solo il leader, e Bersani dovrebbe scendere definitivamente in campo, facendosi legittimare dallo strumento più adatto: le primarie.
Non dovrebbe temere il risultato delle votazioni: Romano Prodi in persona l'ha incoronato ("Bersani leader del centrosinistra? Lo è già, e dopo oggi lo sarà anche di più").
Si può giustamente osteggiare la visione leaderistica dei partiti, ma ci sarà tempo per cambiare le cose: facciamo i conti con l'Italia di ora. E ora i leader servono.

Ce la possiamo fare.

sabato 28 maggio 2011

V-incitori e V-inti





Oggi tutti insieme cercheremo di imparare
come fanno ad insultarsi i politici fra loro!
Come fa Bossi?
"Prrrrr!!!"
E Berlusconi?
"Comunisti!!!"
La Russa?
"Lei fa schifo!"
Sgarbi?
"Fascista!!!"
Vendola?
"Vaffanculo!"
D'Alema?
"Vada a farsi fottere!"


E Beppe Grillo?
E Beppe Grillo...?


La sua non è volgarità,
nel caso suo è comicità!
E infatti, dall'inizio,
ad ogni suo comizio,
a fare in culo manda,
la gente che comanda,
e tutti ad applaudirlo, perchè tanto è Beppe Grillo!

Ma Beppe Grillo sai che fa?
Si fa una gran pubblicità!
E il populismo instilla
ai giovani Balilla
che gli van dietro di città in città!

Parli coi grillini:
"NON CAPISCI NIENTE!",

dicono che Grillo, nel PARTITO,
non conti niente!
Ma "uno vale uno" e Beppe Grillo è solo là
per dare loro visibilità!



Ma Beppe Grillo come fa?
Questa è la mia perplessità:
se "uno vale uno"
e lui non è nessuno
ma fa i comunicati,
e dà i certificati,
davvero non comanda?!? Oppure è solo propaganda?!?

Ma Beppe Grillo lo dirà!
Prima o poi, dircelo dovrà:
se sono sue anche quelle,
sia il loro, sia le stelle,
i nostri voti, chi li gestirà?!?
[Segue immagine di Gianroberto Casaleggio, della Casaleggio Associati]



(copyright Antonio Caprari)



Approfondisco un po' il discorso fatto nell'ultimo post, relativo alla storia di Tony Troja.

Andiamo con ordine: vi avevo già raccontato in passato delle divisioni fra le "vere opposizioni", con De Magistris & Sonia Alfano contro Di Pietro & Donadi.
Vi avevo anche parlato della rottura tra Grillo e De Magistris.

E proprio a De Magistris si riferisce Grillo, quando spiega i motivi per cui il M5S non ha sfondato a Napoli: "non ce l'abbiamo fatta, ma lì lo capiamo, sappiamo il perchè: ex amici, rete che non c'è, voto di scambio...".

Il duo Merighi-Troja a questa semplificazione (anche piuttosto offensiva nei confronti dei meridionali) non ci stanno, e rispondono per le rime.
Il video è pieno di "non mi piace", su youtube, perchè come al solito i talebani grillini non perdonano.

Il testo è molto burlesco, ma si pone delle domande legittime e smonta numerose argomentazioni dei grillini: a cominciare dal fatto che loro stessi, probabilmente come lapsus, definiscano "PARTITO" il MoVimento 5 Stelle.
Seconda argomentazione grillina: Grillo non conta nulla, serve solo a dare visibilità ai membri del M5S.
Allora, si chiede giustamente Troja, come mai è Grillo che dà i "certificati" ai candidati del M5S? Perchè deve dare il suo benestare? Perchè è Grillo a fare i comunicati? Con che faccia tosta dicono che non è Grillo a comandare?
Fa riflettere anche il legame di Grillo con la Casaleggio Associati, su cui ci sarebbe da scrivere un libro. [Riassuntino, citando Daniele Luttazzi: "La 'democrazia dal basso' di Grillo non è che marketing partitico in cui sono esperti quelli della Casaleggio Associati, la società che ne segue le mosse. Il modello è la guerrilla advertising del Bivings Group."]

Tony Troja, giustamente, distingue i militanti in buona fede del M5S (ce ne sono, d'altronde persone in buona fede si trovano in tutti i partiti, forse persino l'Udeur...ok, non esageriamo) dai "balilla" esagitati.

"Parlate voi di demolizione quando Grillo dice che tutti i partiti sono uguali e morti? Voi siete i migliori? Da quello che scrivete, come commenti al video, mi sembrate la brutta copia dei berluscones."

A chi gli chiede cosa ne pensi del fatto che De Magistris in Europa non abbia combinato un cazzo, che abbia sfruttato l'immunità e che ora lasci l'Europa per candidarsi a Napoli tradendo l'elettorato, Troja risponde con gran franchezza: anche lui è deluso da Luigi, ma a Napoli preferisce vedere uno come De Magistris piuttosto che uno come Lettieri.

Massimo Merighi, il co-autore delle canzoni di Tony Troja, ci vede lungo: paradossalmente, dice lui, sono più democratici gli attuali partiti. E' un dato di fatto che lui, come chiunque altro, non abbia modo di impedire a Grillo di parlare a nome del MoVimento senza che prima lui lo abbia consultato...e non ha neanche modo di decidere le linee generali. Chi possiede le chiavi di tutto è il padrone di casa.
La cosa, conclude Merighi, si potrebbe risolvere solo se si decidesse di dare una struttura riconosciuta ed una leaership al movimento. Si elegge, che so, Grillo e si fanno i congressi ogni tot, con regole chiare e condivise. Senza queste ipocrisie del portale web...("chi gestisce il portale? e chi dice che la democrazia debba essere aperta solo a chi si registra presso una società di marketing e orientamento del consenso, senza potere negare il consenso neanche al trattamento dei dati personali.?").


 Meglio tardi che mai, insomma.
Alla luce di tutto ciò, c'è solo una cosa che emerge con chiarezza da queste elezioni amministrative.
Già ora, a prescindere dall'esito dei ballottaggi, ci sono dei vincitori e degli sconfitti.
E no, lo sconfitto non è Berlusconi, che già ora sta cercando di riscrivere la storia (fingendo che non gliene freghi niente del risultato delle amministrative, fingendo di non averle mai caricate di valenza nazionale e annunciando che, a prescindere, non si dimetterà).



Ad aver vinto è la politica. E ad aver perso è l'antipolitica.

Il progetto ambizioso di Giuseppe Piero Grillo, in arte Beppe, è sfumato. E' fallito nel momento in cui, anche tra i suoi seguaci, c'è chi inizia a pensare al bene comune e non alla protesta fine a se stessa. E' fallito non appena si è iniziato a ragionare sul fatto che no, in effetti non sono tutti uguali. E' fallito quando la gente ha preferito dare fiducia alla buona politica e ai buoni candidati, anche qualora non li convincessero al 100%.
E' fallito non appena la gente ha smesso di farsi dire cosa pensare ed ha iniziato a ragionare con la propria testa.

E, a prescindere dai risultati di lunedì, è qualcosa che può darci speranza.



PS: uno zibillione di link dove persone molto più in gamba di me spiegano con dovizia di particolari cosa non va in Beppe Grillo e nel M5S. Enjoy.


http://borislimpopo.wordpress.com/materiali/il-cosa-e-il-come-%E2%80%93-daniele-luttazzi/
http://www.7yearwinter.com/2007/10/sputare-in-faccia-agli-stupidi-come-forma-di-nutrimento/
http://www.7yearwinter.com/2008/12/la-chiesa-di-grillology/
http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/01/09/lintervista-mai-fatta-a-beppe-grillo/
http://sololastrada.wordpress.com/2011/02/07/grillo-e-la-centrale-nucleare-di-bologna/

http://nonunacosaseria.blogspot.com/2010/11/se-grillo-scopre-il-made-in-italy.html
http://nonunacosaseria.blogspot.com/2010/11/se-grillo-scopre-il-cuneo-fiscale.html
http://nonunacosaseria.blogspot.com/2011/03/se-grillo-scopre-limmigrazione.html
http://nonunacosaseria.blogspot.com/2011/03/se-grillo-scopre-larticolo-71-della.html
http://nonunacosaseria.blogspot.com/2010/06/grillo-demagogia-pure-sulle-pensioni.html
http://nonunacosaseria.blogspot.com/2010/04/due-o-tre-cose-su-g-su-dp-e-sulla-ditta.html
http://nonunacosaseria.blogspot.com/2011/03/fanno-cose-ve...dono-gente.html
http://sergiofrigo.myblog.it/archive/2011/04/22/michele-serra-e-il-grillino-di-milano.html
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/31/e-grillo-rivaluto-il-madia-style-viva-l%e2%80%99inesperienza/89386/
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/12/grillo-piange-il-morto-sbagliato/103888/
http://nonunacosaseria.blogspot.com/2011/05/caro-militante-grillino.html
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/grillo-razzismo-e-bufale/2150945//0

venerdì 27 maggio 2011

Il nome e la cosa: quel rifiuto di farsi chiamare "grillini"



Non lo sopportano proprio.

I militanti del MoVimento 5 Stelle non ci stanno, a farsi chiamare "grillini".
Quando i tg li definiscono così, lo ritengono addirittura un atto di censura, un modo per non fare pubblicità al nome del loro partito. Persino La Russa denuncia ciò, solidarizzando con loro in un patetico tentativo di ingraziarseli.

Ma non è solo questo il punto: a loro proprio non va giù che qualcuno evidenzi il loro cordone ombelicale con Grillo: quante volte avrete discusso con un militante del M5S, dal vivo o su facebook?
Quante volte vi avranno ripetuto fino allo sfinimento che "Noi non abbiamo nessun leader!!!!!1!!!11!!UNO!!!" "Noi non siamo grillini, siamo il movimento 5 stelle!!!!"?
Il fatto che dicano questo senza la benchè minima ironia, pur avendo magari come immagine del profilo su facebook la faccia di Beppe Grillo, la dice lunga.
Loro che si facevano chiamare "Amici di Beppe Grillo" o "Grilli Romani, Milanesi, ecc ecc", loro che come simbolo utilizzavano disegnini e fotomontaggi di Grillo, ora vogliono spacciarsi per indipendenti.

Beppe Grillo, dicono loro, non è il loro leader. Serve solo a "dar loro visibilità". Certo, come no.
Il fatto che ogni candidato del M5S debba essere "approvato" ufficialmente da Grillo è un caso.
E' sempre un caso che per dirimere la vergognosa questione dei candidati grillini in Emilia Romagna (dove i ras grillini tolgono il posto a una grillina che aveva preso un fracco di voti alle primarie, sostituendola con uno che aveva preso molti meno voti) si chieda l'intervento ufficiale di Beppe Grillo.

Ma facciamo finta di niente.
La replica dei Movimentini (Movimentati? cinquestellini? i 5 stelle? gli emmecinqueesse? em faiv es? quellidelmovimentocinquestelle?) generalmente, è questa: "Se voi ci chiamate grillini, allora vi dovremmo chiamare vendoliani o bersaniani, no? Non vi darebbe fastidio?".

Per quanto riguarda quelli di Sinistra Ecologia e Libertà, a onor del vero, sono già in molti a chiamali "vendoliani", e non c'è niente di male: S&L è a tutti gli effetti il comitato elettorale di Nichi Vendola, è come se fosse una grande corrente vendoliana. S&L nasce e finisce con Vendola, almeno per il momento. E' il grande vantaggio e il grande svantaggio di quel partito. Che io provi spesso molta simpatia per i vendoliani non mi impedisce di giudicare S&L per quel che è.

Per quanto riguarda i militanti PD, invece, definirli "bersaniani" è errato. Per due motivi.

-Il primo, inutile dirlo, sono le grandi divisioni del PD. Nel PD ci puoi trovare bersaniani, franceschiniani, mariniani, ex mariniani scissionisti, chiampariniani, civatiani, renziani, dalemiani, veltroniani, persino d'ubaldiani.

-Il secondo, invece, va aldilà di queste divisioni fra fazioni. Anche quando tutti i piddini parlano come un sol uomo, anche quando il Partito Democratico ritrova l'unità, anche in quel caso definire "bersaniani" i suoi membri è improprio.
Perchè il PD ha una cosa che ai grillini manca: la capacità di fare autocritica.
Se i grillini (e, in misura minore, i vendoliani) venerano il loro leader come una divinità incarnata, a prescindere da quel che dice, i piddini sanno essere molto obiettivi nei confronti dei loro capoccia, spesso opponendosi a loro, o criticandoli, anche in maniera aspra.
Anche i rappresentanti di una mozione (dalemiani, veltroniani, bersaniani ecc)  son capacissimi di dire al loro leader di riferimento "ti sbagli", o di essere delusi da lui, o addirittura di cambiare fazione, cambiare idea, e così via.

Basti pensare a come i 5 samurai grillini hanno trattato Tony Troja e Massimo Merighi (fino ad allora osannati perchè critici nei confronti del PD) per aver "osato" fare un video musicale satirico su Grillo.
"Cari Merighi e Troja, quanto vi paga l'IdV per fare questi video?" (sì, l'IdV, un tempo foraggiata da Grillo&Casaleggio Associati, ora non gli serve più: hanno un loro partito autonomo, ormai, e frondisti iddivvini come Sonia Alfano)o anche "Cari Merighi e Troja, non è che vi rode il culo perchè non vi hanno fatto cantare al Woodstock 5 Stelle?" e altre carinerie simili.


Come dice Nonunacosaseria in questo splendido post, "Caro militante grillino, hai mai fatto mente locale sul fatto che un militante piddino – con tutti i suoi limiti e le sue arretratezze culturali – se il segretario del suo partito spara una cazzata non si arrampica sugli specchi per giustificare la gaffe, ma gli fa un culo così e, secondo come, potrebbe anche incazzarsi al punto di chiedere la convocazione di un congresso di partito?"

 Come dice Giovanni Fontana in un altro bel post, "quando arrivano i grillini il livello di qualunque discussione crolla, e soprattutto c’è una difesa assoluta e dogmatica di qualunque cosa faccia Grillo, contro qualunque evidenza." e "gli elettori del PD sono fra gli unici che riconoscono gli errori dei proprî leader. È un po’ il concetto che c’è all’inizio di questa vignetta. Ci si arrabbiano, ci si scornano, e se qualcuno critica Bersani – o al tempo Veltroni, o chiunque altro – la risposta è quasi sempre «hai ragione, ma bisogna considerare anche quest’altro fatto», e quasi mai una difesa a oltranza di posizioni insostenibili".

Spero che il concetto sia chiaro.
Per cui, cari militanti del M5S, non lamentatevi troppo se vi definiscono "grillini": lo siete, sic et simpliciter.
Se volete che non vi definiscano così, dimostrate che non lo siete. Con le parole e coi fatti.
Grazie.


PS: Luca Sofri colpisce ancora.
Stavolta decide di dire la sua sulle elezioni amministrative.
Ovviamente boccia senza appello il PD.
Fassino non viene neanche menzionato: il vincitore delle elezioni torinesi, per Sofri, è Chiamparino. Che è un "frondista", un ribelle, un oppositore della maggioranza. Il fatto che Fassino provenga da questa maggioranza è dimenticato. Così come non si parla più dei toni apocalittici con cui era stata salutata la vittoria di Fassino alle primarie ("votano solo i vecchi"...gli stessi che votano Chiamparino, che evidentemente vanno bene solo quando votano un "vecchio gggiovane": da notare che il torinese renziano rivale di Fassino alle primarie è stato battuto, con buona pace di Sofri e Luca Telese).
Milano, addirittura, è il segno della "sconfitta dell'attuale leadership del partito", con le sue "scelte sciocche, “centriste” e pavide" che "hanno accumulato insoddisfazione e risentimento tra gli elettori di sinistra. Bastava invece trovare un uomo di sinistra e in gamba".
Sono d'accordissimo sull'errore nel fossilizzarsi su candidati centristi. Peccato che Luca Sofri e Pippo Civati fossero i più grandi sostenitori di Boeri, il "candidato centrista" del PD.
Peccato che molti esponenti dell'attuale maggioranza (Cundari, per dire) hanno o avrebbero votato per Pisapia, alle primarie (e l'han detto in tempi non sospetti).
Ma si sa, Luca Sofri non ammetterebbe mai di essersi sbagliato, ed ecco che salta giù dal carro dello sconfitto, sale sul carro del vincitore e attribuisce le colpe della sconfitta del SUO candidato alla "miope dirigenza del partito". Un po' come quando fece ponti d'oro a FLI e a Fini per poi diventare il più feroce dei loro critici, quando non sfondarono.
Fortuna che non sono l'unico ad essere perplesso.

giovedì 19 maggio 2011

E' scoccata l'Ora Icchese? (a.k.a. i miei 2 cent sulle Amministrative)



 Allora.
Lo so che non ve ne frega un cazzo di quel che penso il mio parere è ridondante in mezzo all'accozzaglia di analisi della vittoria (non ci siamo abituati, forse dovremmo chiamarla "analisi della diversamente sconfitta", così ci sentiamo a casa) che son fiorite ultimamente.

Basta un blog, un po' di tempo libero e chiunque può trasformarsi nel Paolo Mieli della situazione.
E PUFF! Siamo tutti opinionisti di spessore.

Ma andiamo con ordine.







Milano.
No, non me l'aspettavo, in effetti. Speravo nel ballottaggio, certo, ma temevo la vittoria della Moratti al primo turno.
"Ma ha fatto un clamoroso autogol con la storia del furto d'auto!". No, non l'ha fatto, secondo me. Dal punto di vista della comunicazione, anzi, ha fatto una cosa geniale: ha insinuato il dubbio.
Da quel momento in poi, tutti gli indecisi si saran fatti qualche domanda sul passato di Pisapia. E non importa che le accuse fossero false: a parte che pochi avrebbero avuto voglia e tempo di verificare, l'importante era mettere la pulce nell'orecchio. Anche perchè l'elettorato di riferimento della Moratti, diciamocelo, è quello che è.

Eppure Pisapia ha vinto con un distacco IMMENSO. Circa 6-7 punti di vantaggio. Se il grillino si fosse alleato con lui avrebbe già superato il 51%. Grazie Beppe, eh.
Non solo: ora come ora, se votassero pressochè gli stessi di questa tornata, Pisapia vincerebbe anche qualora il Terzo Polo si alleasse con la Moratti.

D'altro canto, l'exploit della Moratti, se non ha -secondo me- spostato voti al primo turno, potrebbe -stavolta sì- aver prodotto un autogol al ballottaggio: i terzopolisti hanno pesantemente attaccato la Moratti, avvicinandosi a Pisapia; i Grillini, dal canto loro, dopo ciò forse hanno un po' rivisto la loro politica del "sono tutti uguali", e potrebbero votare per il Csx al ballottaggio.

Ora, quelli in malafede dicono "è una sconfitta del PD e una vittoria di Vendola".
Mh. Allora mi spiegassero, costoro, come mai il PD ha preso più del 28% e S&L poco più del 4%.
La verità è che Milano è (anche e soprattutto) una vittoria del PD. E anche di Boeri (sconfitto alle primarie contro Pisapia), che ha preso uno svario di preferenze.

Quelli che dicono così sono i peggiori nemici delle Primarie, o comunque quelli che non han capito nulla del loro significato.
In questo periodo, in cui i sondaggi sono raramente attendibili, le Primarie sono la migliore forma di sondaggio che si potesse sperare. Un modo per chiedere suggerimenti all'elettorato, per correggersi in corsa.
Le primarie non si fanno per confermare il candidato ufficiale del PD. Quelle sono primarie-farsa, come quelle di Prodi e Veltroni. Il PD non vuole un plebiscito: indicendo le primarie, ovviamente mette in conto la possibilità che il proprio candidato non sia il preferito. Ma anche in quel caso, si impegna per il candidato vincente.
Certi elettori di Pisapia, qualora avesse vinto Boeri, avrebbero fatto lo stesso? Non lo sapremo mai, personalmente spero di sì.

Chi pensa che le primarie siano una resa dei conti o un modo per "fare un dispetto al PD", e che le usa in questo modo, è un triste ometto inqualificabile. E il risultato del primo turno delle amministrative lo conferma.

In tutto ciò, devo ringraziare un esponente del PD Lombardo. L'ho criticato spesso, spessissimo, quasi sempre. E non me ne sono mai pentito. Ma diamo a cesare quel che è di cesare: questa vittoria è anche merito suo. Parlo di Pippo Civati. Grazie Ciwati, anche per questa campagna efficacissima.

Ora, parliamo dei Grillini Milanesi. Il MoVimento 5 Stelle non ha sfondato, a Milano. Neanche dopo il tristissimo tentativo di un hacker grillino infiltrato di far credere che il PD New York sostenesse Mattia Calise, o dopo il patetico endorsement di Adinolfi (e del suo settimanale-per-snob-trentenni, "The Daily Week") al ventenne grillino.

E' arrivato appena al 3%. Una sconfitta, sia per Beppe Grillo e i suoi "son tutti uguali" (e i suoi "Vendola rottinculo -o busòn, se preferite-") sia per Mario Adinolfi, che a quanto pare c'azzecca solo nel poker -e forse neanche lì- e per i talebani giovanilisti che pensa di rappresentare.

D'altronde, è comunque inquietante il fatto che il 3% degli elettori voterebbe come SINDACO DI MILANO un tipo che nel curriculum della sua candidatura si presenta così: "Iscritto al secondo anno di Scienze politiche all’università Statale, è cintura nera di karate e batterista e ama il web. Fedelissimo seguace del comico genevose, sta facendo campagna elettorale soprattutto su internet, Calise ha iniziato a fare politica sui banchi del liceo Macchiavelli di Pioltello dove era rappresentate degli studenti".

Come dice un mio amico, è da prendere a calci nei denti lui e tutti quelli che lo appoggiano e lo votano.

Ora, so che tutti parlano di trionfo di Grillo e del grillismo, ma non ne sarei così sicuro. Col suo dire "Moratti e Pisapia pari sono", Grillo si è inimicato molta gente. I grillini stessi sono indecisi: il loro Leader e Guru dice di astenersi, mentre persino Mattia Calise tenderebbe a votare Pisapia.
Inoltre, se i voti dei grillini mancassero al ballottaggio e garantissero così la vittoria della Moratti, i grillini verrebbero sempre più ostracizzati ed evitati come la peste. E le loro giustificazioni ai tempi della vittoria di Cota in Piemonte non servirebbero più.

Ora speriamo bene per il ballottaggio. Già hanno cominciato a mobilitare i tifosi del Milan con una lettera (tutto vero). Ho appena scoperto che lo slogan del PDL è Forza Milano (ok, i meno maliziosi non la capiranno). E non è uno scherzo.

Bologna.
Grillini al 10%, nella loro roccaforte (speriamo che ora inizino a diventare responsabili). Una vittoria qui e una sconfitta a Milano. Sommate, dimostrano che il risultato grillino a queste elezioni è...BOH? Non la vittoria di cui tutti parlano, di sicuro. Ma sicuramente meglio del Terzo Polo, che con questa politica "dei due forni" (alias "della puttana politica") non solo hanno rotto le palle a me, ma anche agli elettori, che non li hanno premiati granchè. Ininfluenti o inaffidabili, finchè non seguono una linea chiara e precisa, non andranno da nessuna parte. A Milano, per dire, manco riescono ad essere gli aghi della bilancia. Con che faccia poi i loro leader criticano il berlusconismo, se poi si alleano con i rappresentanti locali dell'odiato cavaliere? Se Fini e Bocchino vogliono acquisire credibilità, devono costringere Rutelli e Casini a una svolta. O staccare FLI dall'abbraccio mortale con UdC e Api.
Ma torniamo al dato di Bologna.

Allora, intanto siamo passati al primo turno, ed è già una grossa soddisfazione.
In secundis, nel 2009 il candidato del centrosinistra, Del Bono si era fermato al primo turno al 49% circa (vincendo poi al ballottaggio).
E non dimentichiamo le dimissioni di Del Bono, il Cinzia-Gate e il lungo periodo di commissariamento.
Roba che avrebbe dovuto consegnare la città alla destra. E invece...
Una vittoria, quindi. Inaspettata anche questa.
Al contrario di...

Napoli.
Dunque, dunque, dunque. Ci sarebbero libri da scrivere, su queste elezioni a Napoli.
Iniziamo con Luigi De Magistris.
Vi stupirò, ma io all'inizio lo stimavo.
Anni fa lui e Clementina Forleo erano diventati delle star, ma a differenza della Forleo lui sembrava molto più competente e soprattutto più accorto, meno propenso a lanciare accuse complottiste e a sparare fregnacce.
Col tempo, inutile dirlo, si è rovinato.
A cominciare da quando si è candidato per l'IdV. Ricordo ancora una vecchia puntata di Annozero, dove De Magistris enunciava le sue proposte per risolvere il problema rifiuti: raccolta differenziata, in sostanza. "Ok, quello per evitare che si producano nuovi rifiuti: e per quelli che già ci sono, come fai?", replicò Roberto Castelli, costringendolo a farfugliare risposte inconcludenti e ad usare la supercazzola.
Cioè, DeMagì, in pratica stai facendo sembrare competente uno come CASTELLI. Castelli, santodio.

In seguito, Luigi ha dato svariati motivi per far pesantemente dubitare della sua bravura come politico.
Il modo ipocrita con cui si è fatto beffe del codice etico dell'IdV (che, in quanto rinviato a giudizio, gli imponeva di dimettersi) e il modo con cui poi si è scagliato contro Di Pietro (che ingrato, e dire che Tonino lo aveva difeso, sulla storia del codice etico che "va interpretato caso per caso") non gli han certo fatto onore.
Così come i suoi ultimi proclama elettorali sono stati francamente imbarazzanti.
 Però fino a pochi mesi fa lo vedevo come un buon sindaco di Napoli. Magari con una giunta moderata attorno che gli togliesse le castagne dal fuoco nel risolvere i problemi concreti con un programma sensato.
Però poi si è tirato indietro. Per poi rimettersi in gioco troppo tardi.
Come interpretare la sconfitta di Morcone?
Morcone era una persona seria, preparata, che si è beccata un mucchio di accuse ingiuste da parte di quella sorta di Alberto Tomba in toga.
De Magistris, se vuole vincere al ballottaggio, lo farà coi voti di quelli che fino a ieri ha chiamato "apparato corrotto": ha dato anche ai vendoliani di SEL dei bassoliniani: vecchi clientelari ammuffiti, solo perchè non votavano lui, bensì Morcone. Quando si tratta di maturità. Vedi se riesci a vincere ora, Luigino.

Ovviamente De Magistris, con tutte le sue pecche, è sempre meglio di un Lettieri sponsorizzato da COSENTINO. Un voto contro i cosentiniani è necessario, specie dopo che il PdL è riuscito a salvare Nicola Cosentino in Parlamento.

Chiariamoci: la sconfitta della sinistra a Napoli era annunciata: dopo anni di Bassolino (che ha fatto anche grandi cose e che ora sta vivendo una seconda giovinezza -un po' come il rinato Fassino- ma che per troppo tempo ha fatto associare il suo nome a "Monnezza&Malgoverno") e della Iervolino (anche lei coi suoi alti e bassi), un calo era endemico. Non solo: ricordiamo anche il casino delle primarie del PD.
Hanno avuto un doppio effetto negativo: da un lato hanno dato l'idea di un PD Campano marcio fino al midollo (e chissà che non sia vero?), dall'altro hanno creato molti scontenti.
Come dice infatti Diego "Zoro" Bianchi: "Ma candidare Cozzolino, anche in virtù del fatto che le colpe di quelle primarie nessuno ha più voluto accertarle, sarebbe stato così scandaloso per il Pd? Sarebbe andato meglio o peggio di Morcone?" e poi ancora "Ipotesi: un bel po' di quelli che alle primarie hanno votato Cozzolino, non necessariamente camorristi o cinesi, incazzati per l'annullamento delle primarie hanno preferito votare De Magistris anziché il candidato ufficiale del Pd."

In effetti non gli darei tutti i torti. Quindi suvvia, non possiamo neanche lamentarci più di tanto.
Però dai, magari De Magistris ha intercettato i voti di coloro che mai e poi mai avrebbero votato il csx dopo gli ultimi sfaceli. Quindi chissà, magari ci ha salvato le chiappe.


Torino.
 
Piero Fassino, che dire? Che nell'ultimo tempo, a giudicare da voci di corridoio, molti lo davano per bollito. Tant'è che, si dice, volevano anche sconsigliargli di candidarsi.
Io stesso temevo che a Torino ci fosse un "effetto Rutelli", come ci fu a Roma, ai tempi della conquista di Roma da parte di Alemanno.

Ma quelle stesse persone che lo davano per bollito, in seguito, hanno ammesso di essersi sbagliate.
O meglio: forse bollito lo era effettivamente diventato, nel prolungato soggiorno a Roma. Ma il ritorno a Torino, a detta di tutti, è stato per Fassino un ritorno alle origini: è tornato il Fassino di molti anni fa, quando tutti lo giudicavano una delle risorse più brillanti del centrosinistra italiano. Ha ricominciato da capo, è ripartito da zero, con umiltà.
Ha vinto contro tutti coloro che lo accusavano di essere "vecchio" e di essere stato votato da "elettori vecchi" alle primarie (peccato che gli elettori vecchi contro i quali tuonano siano gli stessi che elessero Chiamparino, che i ggggiovani lucasofriani adorano), contro tutti coloro che lo criticavano per la candidatura di La Ganga, contro tutti quelli che PER ANNI gli rinfacciavano (e chissà per quanto gli rinfacceranno) il famigerato "abbiamo una banca?". Una vittoria della buona politica contro l'antipolitica.
Ora, se solo iniziasse ad esser meno subalterno a Marchionne e meno propenso a proporre politiche sul respingimento degli immigrati libici degne di un Leghista, sarebbe perfetto.





Morale: chi vuol capire capisca, ma queste elezioni dettano la linea al centrosinistra per le future politiche nazionali. L'effetto-grillo alla fine ha semplicemente unito PD e SEL contro il nemico comune, invece di dividerli o di danneggiarli entrambi.
Chissà, forse si può ancora sperare.