"Ah, Indiana Jones 4!", direte voi.
"No", dico io. Perchè il mio Indiana Jones 4 è un altro:
Indiana Jones and the Fate of Atlantis. Gran bel gioco, gran bei ricordi. Klaus Kerner, Hans Ubermann, Nur-Ab-Sal, Sophia Hapgood...
Altro che il ragazzino dei Transformer.
Il vantaggio di nascere a metà degli anni '80 è che hai potuto godere del meglio che potessero offrire TRE generazioni. Tre, mica una. E sì, lo so che ora come ora ci sono poche cose belle quanto un tizio pelato che con una perfetta grafica 3d stacca occhi a ciclopi e strappa capocce agli dèi a mani nude. E posso anche essere d'accordo.
Ma lasciatemi il mio orgoglioso rimpianto di questi vecchi giochi punta-e-clicca dove devi prendere oggetti, usarli, aprire, chiudere, spingere, tirare, dare, guardare, andare verso, parlare con.
Davano grandi soddisfazioni, fidatevi. E la cosa più bella è che oggi, con un buon emulatore e un buon sito da cui scaricarli (con gli anni i diritti sono scaduti, dovrebbe essere legale), potete giocarci anche oggi, senza alcun problema.
Mi sa che ci rifaccio un giro. Dopotutto, come dice Henry "Indiana" Jones Jr, il problema non sono gli anni. Sono i chilometri.
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