martedì 31 maggio 2011

Analisi della vittoria



Possiamo ritenerci tutti molto fortunati.
Quella di Milano è stata forse la peggiore campagna elettorale che il centrodestra potesse fare.
Tra le macchine del fango, l'accusare i figli dei magistrati uccisi dai terroristi di essere in combutta con gli assassini dei loro padri, l'utilizzare finti rom, finti punkabbestia cafoni, finti operai costruttori-di-moschee, finte aggressioni, la vergognosa fatwa a reti unificate di un Presidente del Consiglio in flagrante abuso di potere (e in evidente conflitto di interessi)...se avesse vinto la Moratti avrebbero di fatto sdoganato questo modo di fare e non avrebbero esitato a utilizzare sempre più spesso questi mezzucci osceni.

Milano è la fine del peggior tipo di berlusconismo, e la disfatta della Lega al Nord (compresa Novara, città di Cota) ridimensiona di molto la minaccia padana. Tranquilli, insomma: non finiremo in mano ai nazisti dell'Illinois.

Napoli, invece, è la fine del miracolo berlusconiano. Napoli era la grande scommessa di Berlusconi, l'uomo della provvidenza che avrebbe risolto il problema rifiuti. Napoli era la città che stava per diventare preda di Cosentino, il camorrista che mesi fa aveva beffato la legge dello Stato, grazie al vergognoso voto alla Camera per bloccare le indagini e negare l'uso delle intercettazioni che l'avrebbero inchiodato.
Napoli era la città che doveva passare di default alla destra, dopo gli errori di Bassolino e della Iervolino, dopo la faida Cozzolino-Ranieri che ha fatto annullare le primarie, dopo l'annunciato commissariamento del PD campano.
De Magistris , ora posso confermarlo, ha salvato le chiappe alla sinistra e a tutti i napoletani.
Fossi stato napoletano, l'avrei votato anche io. Certo non volentieri, anzi, visto che lo ritengo sostanzialmente un incompetente (e son curioso di sapere come risolverà il problema dei rifiuti a Napoli -quelli che già ci sono, si intente). Il motivo per cui tutto sommato l'avrei votato è ben spiegato in questo post di Francesco Costa.
Ora, se solo Mastella mantenesse la sua promessa, sarei ancor più contento.



Ha perso la Lega di "faranno persino guidare i tram agli stranieri", ha perso la camorra cosentiniana, ha perso il Sallusti di "i figli delle vittime difendono i carnefici", ha perso la Santanchè, ha perso Berlusconi, a tutti i livelli, ha perso la Lega, ha perso il Feltri de "La Mecca dei gay", ha perso la Moratti delle accuse infamanti senza possibilità di replica, ha perso il gruppo dei vari Red Ronnie, Iva Zanicchi, Massimo Boldi, Gigi D'Alessio, ha perso Lettieri che "subisce un autoattentato incendiario al comitato elettorale".
Ha perso Beppe Grillo, sempre più solo, sempre meno ascoltato anche dai suoi (i voti dimostrano che se ne sono fregati dei suoi "son tutti uguali" e hanno votato in massa per De Magistris e Pisapia).
Il Grillo che diceva "Pisapia è un vecchio 60enne, la Moratti vincerà sicuramente" (in un video oggi spammatissimo, accompagnato dalla frase di Grillo stesso: «Su internet quando uno dice una stronzata chiunque lo può sputtanare»). Lo stesso Grillo che rosica abbestia e si lagna della vittoria di Pisapia. Ma sono le farneticazioni di un anziano sempre più isolato, sempre più monologante (generalmente tramite video) e senza contraddittorio, che ripete stancamente le stesse cose, ma che viene ascoltato e seguito solo da pochi fanatici. Grillo come Bin Laden e Berlusconi, insomma.

Ha vinto il centrosinistra. Tutto il centrosinistra. Quindi anche il PD, che per numero di militanti e voti, per mobilitazione e per impegno non è stato secondo a nessuno, anzi. Ha dunque ottimi motivi per gioire.
In questo post viene ben spiegato quali sono stati gli errori che il csx NON ha fatto in questa tornata elettorale.Niente distinguo, niente "appoggio LDM solo se...", niente attention whores, niente sparate sui giornali. Nulla di tutto ciò. Anzi, tutti a lavorare sodo per far vincere De Magistris. Persino D'Alema (che ho molto apprezzato quando ha ammesso che stare lontani dal potere, a Napoli, ci farà solo che bene).

A sinistra siamo, da sempre, abituati alle analisi della sconfitta. Molto più rare sono le analisi della vittoria. Più rare ma molto più utili: non basta sapere cosa non funziona, ma bisogna scoprire anche e soprattutto quello che funziona e capire perchè si viene premiati.
L'analisi della vittoria è quella che al momento manca. Ma è comprensibile, non ci siamo abituati, e ora è anche giusto godersi la vittoria senza troppe pippe mentali.
Ma, come dice Prodi, "mezz'ora di festa e poi si torna al lavoro".

Cito dei miei amici. Il PD, in questa fase, non si accredita come forza trascinante, ma come forza propulsiva: porta voti, tanti, porta organizzazione e radicamento. Ma non crea leaders.
E non c'è niente di male: così si hanno tante ottime personalità che si mettono al servizio della gente e si avvicinano a essi.
Il PD è una macchina elettorale formidabile, capace di galvanizzare gli animi e di essere convincente, specie quando si usano le primarie.
Ecco, parliamo delle primarie. E' chiaro che non bisogna più avere paura delle primarie.
E' chiaro anche che, pur auspicando la fine dei leaderismi, nella società attuale servono delle persone capaci di interpretare la voglia di cambiare del Paese. E' chiaro che il centrosinistra si è di fatto già formato e ha dimostrato di saper essere unito. Manca solo il leader, e Bersani dovrebbe scendere definitivamente in campo, facendosi legittimare dallo strumento più adatto: le primarie.
Non dovrebbe temere il risultato delle votazioni: Romano Prodi in persona l'ha incoronato ("Bersani leader del centrosinistra? Lo è già, e dopo oggi lo sarà anche di più").
Si può giustamente osteggiare la visione leaderistica dei partiti, ma ci sarà tempo per cambiare le cose: facciamo i conti con l'Italia di ora. E ora i leader servono.

Ce la possiamo fare.

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