venerdì 27 maggio 2011
Il nome e la cosa: quel rifiuto di farsi chiamare "grillini"
Non lo sopportano proprio.
I militanti del MoVimento 5 Stelle non ci stanno, a farsi chiamare "grillini".
Quando i tg li definiscono così, lo ritengono addirittura un atto di censura, un modo per non fare pubblicità al nome del loro partito. Persino La Russa denuncia ciò, solidarizzando con loro in un patetico tentativo di ingraziarseli.
Ma non è solo questo il punto: a loro proprio non va giù che qualcuno evidenzi il loro cordone ombelicale con Grillo: quante volte avrete discusso con un militante del M5S, dal vivo o su facebook?
Quante volte vi avranno ripetuto fino allo sfinimento che "Noi non abbiamo nessun leader!!!!!1!!!11!!UNO!!!" "Noi non siamo grillini, siamo il movimento 5 stelle!!!!"?
Il fatto che dicano questo senza la benchè minima ironia, pur avendo magari come immagine del profilo su facebook la faccia di Beppe Grillo, la dice lunga.
Loro che si facevano chiamare "Amici di Beppe Grillo" o "Grilli Romani, Milanesi, ecc ecc", loro che come simbolo utilizzavano disegnini e fotomontaggi di Grillo, ora vogliono spacciarsi per indipendenti.
Beppe Grillo, dicono loro, non è il loro leader. Serve solo a "dar loro visibilità". Certo, come no.
Il fatto che ogni candidato del M5S debba essere "approvato" ufficialmente da Grillo è un caso.
E' sempre un caso che per dirimere la vergognosa questione dei candidati grillini in Emilia Romagna (dove i ras grillini tolgono il posto a una grillina che aveva preso un fracco di voti alle primarie, sostituendola con uno che aveva preso molti meno voti) si chieda l'intervento ufficiale di Beppe Grillo.
Ma facciamo finta di niente.
La replica dei Movimentini (Movimentati? cinquestellini? i 5 stelle? gli emmecinqueesse? em faiv es? quellidelmovimentocinquestelle?) generalmente, è questa: "Se voi ci chiamate grillini, allora vi dovremmo chiamare vendoliani o bersaniani, no? Non vi darebbe fastidio?".
Per quanto riguarda quelli di Sinistra Ecologia e Libertà, a onor del vero, sono già in molti a chiamali "vendoliani", e non c'è niente di male: S&L è a tutti gli effetti il comitato elettorale di Nichi Vendola, è come se fosse una grande corrente vendoliana. S&L nasce e finisce con Vendola, almeno per il momento. E' il grande vantaggio e il grande svantaggio di quel partito. Che io provi spesso molta simpatia per i vendoliani non mi impedisce di giudicare S&L per quel che è.
Per quanto riguarda i militanti PD, invece, definirli "bersaniani" è errato. Per due motivi.
-Il primo, inutile dirlo, sono le grandi divisioni del PD. Nel PD ci puoi trovare bersaniani, franceschiniani, mariniani, ex mariniani scissionisti, chiampariniani, civatiani, renziani, dalemiani, veltroniani, persino d'ubaldiani.
-Il secondo, invece, va aldilà di queste divisioni fra fazioni. Anche quando tutti i piddini parlano come un sol uomo, anche quando il Partito Democratico ritrova l'unità, anche in quel caso definire "bersaniani" i suoi membri è improprio.
Perchè il PD ha una cosa che ai grillini manca: la capacità di fare autocritica.
Se i grillini (e, in misura minore, i vendoliani) venerano il loro leader come una divinità incarnata, a prescindere da quel che dice, i piddini sanno essere molto obiettivi nei confronti dei loro capoccia, spesso opponendosi a loro, o criticandoli, anche in maniera aspra.
Anche i rappresentanti di una mozione (dalemiani, veltroniani, bersaniani ecc) son capacissimi di dire al loro leader di riferimento "ti sbagli", o di essere delusi da lui, o addirittura di cambiare fazione, cambiare idea, e così via.
Basti pensare a come i 5 samurai grillini hanno trattato Tony Troja e Massimo Merighi (fino ad allora osannati perchè critici nei confronti del PD) per aver "osato" fare un video musicale satirico su Grillo.
"Cari Merighi e Troja, quanto vi paga l'IdV per fare questi video?" (sì, l'IdV, un tempo foraggiata da Grillo&Casaleggio Associati, ora non gli serve più: hanno un loro partito autonomo, ormai, e frondisti iddivvini come Sonia Alfano)o anche "Cari Merighi e Troja, non è che vi rode il culo perchè non vi hanno fatto cantare al Woodstock 5 Stelle?" e altre carinerie simili.
Come dice Nonunacosaseria in questo splendido post, "Caro militante grillino, hai mai fatto mente locale sul fatto che un militante piddino – con tutti i suoi limiti e le sue arretratezze culturali – se il segretario del suo partito spara una cazzata non si arrampica sugli specchi per giustificare la gaffe, ma gli fa un culo così e, secondo come, potrebbe anche incazzarsi al punto di chiedere la convocazione di un congresso di partito?"
Come dice Giovanni Fontana in un altro bel post, "quando arrivano i grillini il livello di qualunque discussione crolla, e soprattutto c’è una difesa assoluta e dogmatica di qualunque cosa faccia Grillo, contro qualunque evidenza." e "gli elettori del PD sono fra gli unici che riconoscono gli errori dei proprî leader. È un po’ il concetto che c’è all’inizio di questa vignetta. Ci si arrabbiano, ci si scornano, e se qualcuno critica Bersani – o al tempo Veltroni, o chiunque altro – la risposta è quasi sempre «hai ragione, ma bisogna considerare anche quest’altro fatto», e quasi mai una difesa a oltranza di posizioni insostenibili".
Spero che il concetto sia chiaro.
Per cui, cari militanti del M5S, non lamentatevi troppo se vi definiscono "grillini": lo siete, sic et simpliciter.
Se volete che non vi definiscano così, dimostrate che non lo siete. Con le parole e coi fatti.
Grazie.
PS: Luca Sofri colpisce ancora.
Stavolta decide di dire la sua sulle elezioni amministrative.
Ovviamente boccia senza appello il PD.
Fassino non viene neanche menzionato: il vincitore delle elezioni torinesi, per Sofri, è Chiamparino. Che è un "frondista", un ribelle, un oppositore della maggioranza. Il fatto che Fassino provenga da questa maggioranza è dimenticato. Così come non si parla più dei toni apocalittici con cui era stata salutata la vittoria di Fassino alle primarie ("votano solo i vecchi"...gli stessi che votano Chiamparino, che evidentemente vanno bene solo quando votano un "vecchio gggiovane": da notare che il torinese renziano rivale di Fassino alle primarie è stato battuto, con buona pace di Sofri e Luca Telese).
Milano, addirittura, è il segno della "sconfitta dell'attuale leadership del partito", con le sue "scelte sciocche, “centriste” e pavide" che "hanno accumulato insoddisfazione e risentimento tra gli elettori di sinistra. Bastava invece trovare un uomo di sinistra e in gamba".
Sono d'accordissimo sull'errore nel fossilizzarsi su candidati centristi. Peccato che Luca Sofri e Pippo Civati fossero i più grandi sostenitori di Boeri, il "candidato centrista" del PD.
Peccato che molti esponenti dell'attuale maggioranza (Cundari, per dire) hanno o avrebbero votato per Pisapia, alle primarie (e l'han detto in tempi non sospetti).
Ma si sa, Luca Sofri non ammetterebbe mai di essersi sbagliato, ed ecco che salta giù dal carro dello sconfitto, sale sul carro del vincitore e attribuisce le colpe della sconfitta del SUO candidato alla "miope dirigenza del partito". Un po' come quando fece ponti d'oro a FLI e a Fini per poi diventare il più feroce dei loro critici, quando non sfondarono.
Fortuna che non sono l'unico ad essere perplesso.
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Dici cose interessanti, ma su Pippo ti sbagli.
RispondiEliminaNe parleremo, c'è tempo. Bella la vignetta su Beria Travaglio.
Ti do un po' di tag su Grillo:
http://coccaglio.blogspot.com/search/label/Beppe%20Grillo
Pippo ha fatto la cosa giusta, ora: staccarsi da Renzi. Già solo per questo merita applausi.
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