(Nella foto, D'Alema e i Dalemiani)
Come ben sapete, il Fronte Anti PD (gemellato col Fronte Anti Bersani interno al PD) ultimamente è allo sbando, roso dalle guerre di bande e dai regolamenti di conti interni.
Grillo, Vendola, Di Pietro, De Magistris, Sonia Alfano, Travaglio, FedericaFabbrettidelleAgendeRosse, Giulia Innocenzi, Renzi, Civati, la Alicata...nel corso dei mesi vi ho raccontato tutte le loro magagne e le loro divisioni. Mi manca giusto...mmmh, boh, forse Marta Meo, ma del resto Marta Meo non se la fila nessuno.
Poi vabbè, del paradosso di Berlusconi salvato da (ex) deputati dell'IdV (poverini, "subiscono pressioni e stanno soffrendo", dice Don Tonino, con toni giustificatori che non avrebbe MAI usato con nessuno del PD) sapete già tutto.
Così come penso sappiate della caduta in disgrazia del Popolo Viola, con il loro capetto Gianfranco Mascia che chiede l'aiuto e il sostegno dei tanto vituperati partiti.
Come può salvarsi questo movimento antipiddino dalla possibile fine di Berlusconi (nella quale sarebbe determinante il tanto vituperato PD)? Come possono salvarsi dalle millemila notizie delle loro crisi interne (peggiori di quelle del PD)? Come possono distogliere l'attenzione dal fatto che sono proprio Renzi e alcuni deputati iddivvini a dare boccate d'ossigeno al Cavaliere Inesistente?
Suvvia, la soluzione è semplice e ve l'ho già suggerita nello scorso post: si giocano la carta-D'Alema.
D'Alema, si sa, è "il male". "Il Maligno, il Demonio". E' "colui che ha distrutto la sinistra". E' "colui che salva sempre la vita al Cavaliere inciuciandoci per ottenere in cambio chissà cosa". Se la gente vota in massa Berlusconi è "grazie a D'Alema". Se qualcosa va male, se Veltroni fa una cazzata, se il rubinetto del bagno perde, se non hanno trovato una cura per il cancro, se Babbo Natale non esiste, è colpa di D'Alema.
E così via. I luoghi comuni si sprecano.
Se vuoi fare un articolo critico contro la Sinistra, ficcaci dentro D'Alema, la crostata, le scarpe eleganti, il risotto da Vespa, la barca, la banca, usa le magiche parole "inciucio" e "bicamerale" e otterrai il plauso dei fan adoranti. Se qualcuno, anche se del tuo stesso partito, non è d'accordo con te, digli che difende "l'apparato", denunzialo in quanto presunto "dalemiano", e potrai ritirarti dallo scontro come vincitore indiscusso. Se qualcuno fa una cosa imperdonabile, ricorda che non è D'Alema, che D'Alema ha fatto/fa/farà/avrebbe fatto di peggio, e sarà perdonato in nome del comune antidalemismo.
Quale modo migliore per distogliere l'attenzione dalle loro puttanate se non ricordare ai cittadini che "ai tempi di Adamo ed Eva, la sinistra (con D'Alema) ha fatto questo e quello, non ha fatto quest'altro"?
Ed ecco che arriva una "formidabile" puntata di Exit, programma di La7 condotto nel totale anonimato da una giornalista sportiva prestata al giornalismo politico: Ilaria D'Amico, una velina mancata che parla di politica credendo di parlare di calcio.
Gli ingredienti ci sono tutti: Luca Telese, comunista quasi-pentito che scrive libri elogiativi della gioventù nazifascia anni '60 e che scrisse per Il Giornale di Silvio Berlusconi queste cose qui elencate nel link, salvo poi approdare al Fatto, dove può sempre parlar male della sinistra, ma stavolta senza sembrare berlusconiano, senonaltro. LaTorre, dalemiano macchiato dalla storia dei suggerimenti a Bocchino, per mostrare il lato oscuro del dalemismo: un politico con cui è praticamente impossibile simpatizzare.
Antonino Monteleone, giornalista freelance calabrese e iscritto al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo (ops, ma dai?), la cui pagina facebook lo identifica subito come "uno dei buoni" (ossia antidalemiani): gli piacciono il Fatto, Annozero, Gioacchino Genchi, le Agende Rosse, il Movimento 5 Stelle, Di Pietro, Travaglio, Grillo, De Magistris...e Angela Napoli (pidiellina, poi finiana) e Francesco Cossiga (!!!!!).
Non manca neanche, nel servizio di Exit, il celeberrimo video di Violante che "confessa", sul quale gli antipiddì si fanno da mesi le pippe a due mani, spammandolo ovunque come un video di Gemmadelsud.
Il giornalista rampante (grillino in incognito) insegue Massimo D'Alema e lo inonda di domande che definirei attualissime, se poste 15 anni fa. Più che domande, sono sentenze: il tizio ha già capito tutto, voleva solo spiegare a D'Alema che aveva capito quanto fosse spregevole/inciucista/ecc ecc. Voleva solo comunicargli il suo biasimo.
Subito Telese giubila, considerandolo un "documento inestimabile" e un momento di "vero giornalismo", aggiungendo poi che nessuno voterebbe mai D'Alema dopo aver visto questo video, perchè è palesemente misantropo. A parte che non mi pare sia candidato e che i criteri di simpatia non mi sembrano motivi seri per valutare un politico, in questo mondo berlusconiano mi aspetto di tutto, specie da un tizio che ha mangiato per anni con Berlusconi, lavorando al di lui giornale e assorbendone lo stile.
Ed ecco che gli Antipiddini possono tirare un sospiro di sollievo: l'attenzione è stata distolta da loro, per un po' di tempo tutti parleranno di nuovo di D'Alema, di quanto è stronzo, quanto è corrotto, quanto è maneggione, di quanto questo centrosinistra sia inadeguato a governare, di quanto alla fine sia peggio questo csx di Berlusconi e allora a 'sto punto teniamoci Silvio, che tra lui e la sinistra-capro-espiatorio noi giornalisti ci possiamo campare per altri anni. E nessuno parlerà del bluff dei duri e puri.
Ora arriva la parte lunga e noiosa: chi non ha tempo può scendere a questa fermata, smettere di leggere il post o leggersi il resto quando ha tempo. E' comunque un pezzo illuminante, quindi magari vi fate pure un favore, specie se siete tra i grullini grilletti che si fanno le pippe col video di Violante.
Ma parliamo del presunto inciucio della bicamerale sul conflitto di interessi.
Anzi, non ne parlo io.
Ne parlerà Francesco Costa, che penso sia al di fuori e al di sopra di ogni sospetto, essendo uno de "I Mille", essendo un difensore di Renzi, essendo un oppositore di D'Alema ed essendo anche dotato di disonestà intellettuale quando si tratta di attaccare Bersani (avete letto il mio post precedente, giusto?). E siccome io lo ritengo intellettualmente disonesto anti-Bersani, magari gli antibersaniani e antidalemiani che mi leggono lo riterranno intellettualmente onesto, giusto? Beh, ecco cosa vi dice lui:
- Ha barattato il conflitto di interessi con le riforme istituzionali? Sentiamo. Quando sarebbe accaduta questa cosa?
- beh, la bicamerale?
Commento di gabriele del 6 September 2010 alle ore 09:39 - Sono tutto orecchi. Cos’è successo durante la bicamerale? Te lo chiedo perché secondo me non lo sai, visto che hai detto una cosa che non è vera (non che sia solo colpa tua: è la cazzata che ripetono da anni Travaglio e co.)
Commento di francescocosta del 6 September 2010 alle ore 10:03 - beh avrò pessima memoria. Ricordo Violante che confessa in Parlamento l’accordo per lasciare intonse le TV a B. in cambio di qualcosa che credevo appunto fosse l’accordo per le “riforme condivise” tanto care a D’Alema. Ho la memoria schifata e vedo mostri ovunque, probabilmente. Sbaglierò, ma sbaglio da solo, senza l’aiuto di Travalgio, non ti preoccupare
Commento di gabriele del 6 September 2010 alle ore 13:56 - Violante non “confessa” nessun accordo: i DS erano accusati di voler utilizzare il loro potere politico (erano al governo) per colpire le aziende del premier, e Violante rispose che il centrosinistra non ha mai voluto colpire o toccare le aziende del premier (e giustamente: sarebbe stato un bell’abuso, anche perché un governo non può decidere di colpire deliberatamente un’azienda).
La storia del conflitto di interessi e di come è naufragato ha niente a che vedere con quel video, che una certa pubblicistica pelosamente interessata fa girare come la prova madre. Non ci fu alcuna rinuncia a fare la legge sul conflitto di interessi “in cambio” della bicamerale. La legge ordinaria sul conflitto di interessi fu approvata alla camera nel marzo del 1998. Nel frattempo la bicamerale stava introducendo nella Costituzione la questione dell’incompatibilità tra cariche di governo e titolari di concessioni pubbliche, affidando i ricorsi alla Corte costituzionale (e non al parlamento, com’è adesso) per rendere la norma non aggirabile. Una cosa talmente indigesta per Berlusconi che lui all’improvviso fa saltare tutto e vota contro: se la bicamerale è stata questo grande inciucio, non si capisce perché Berlusconi abbia fatto di tutto per demolirla. A bicamerale fallita, la legge ordinaria già approvata alla camera arriva al senato, e lì nonostante un ostruzionismo bestiale del centrodestra il centrosinistra la modifica in senso ancora più restrittivo, inserendo nel testo la questione dell’incompatibilità che era saltata col fallimento della bicamerale. La legge passa al senato. Poi il governo D’Alema cade, e nei restanti due anni di legislatura il centrosinistra non porta la legge alla camera, dove avrebbe potuto trovare l’approvazione definitiva. Io ho scritto più volte che il centrosinistra ha compiuto un madornale e colpevole errore nel non approvare la legge sul conflitto di interessi, ma chiunque conosca i fatti sa benissimo che la bicamerale non solo non c’entra nulla, ma anzi andò vicinissimo a farlo.
- ” Violante non “confessa” nessun accordo: i DS erano accusati di voler utilizzare il loro potere politico (erano al governo) per colpire le aziende del premier, e Violante rispose che il centrosinistra non ha mai voluto colpire o toccare le aziende del premier (e giustamente: sarebbe stato un bell’abuso, anche perché un governo non può decidere di colpire deliberatamente un’azienda). ”
1. Violante dice, testualmente, ” abbiamo dichiarato ELEGGIBILE Berlusconi NONOSTANTE le concessioni” Riconoscendo quindi che il problema c’era e PERLOMENO si poteva battagliare su questo. Cosa che il il cs non ha fatto.
2. Inoltre. il ” non toccare le aziende di Berlusconi” si inseriva in un quadro in cui c’era la sentenza della Corte sulle proprietà televisive. Quindi,il fatto che il cs non abbia fatto niente al riguardo non può essere interpretato come uno scrupolo ” sacrosanto” a non voler essere ” punitive”, sempre che non si voglia dire che la Corte seguiva principi ” punitivi”. Quindi, Violante sta praticamente dicendo che sono stati ” buoni”. Ma buoni a non seguire le regole di legge, non buoni a non seguire presunti intenti puntivi.
Commento di mariaj del 6 September 2010 alle ore 14:40 - Su Berlusconi e le concessioni c’è una discussione in corso nei commenti di un altro post, che mostra quanto la tesi inciucista sia sballata: Berlusconi accusava il centrosinistra di aver fatto un regime, Violante rispondeva che se fosse stato un regime certo non l’avrebbero dichiarato eleggibile. E ovviamente, ancora una volta, questo non ha a che fare né con la bicamerale né col conflitto di interessi.
Commento di francescocosta del 6 September 2010 alle ore 14:48
Passiamo alla tesi dell'inciucio in un altro spazio-commenti (con LUNGO E NOIOSO BOTTA E RISPOSTA) di un post di Francesco Costa, stavolta grazie a Luca Simonetti:
- Piti, Berlusconi non è né in proprio, né in qualità di legale rappresentante di società, “vincolato con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica, che importino l’obbligo di adempimenti specifici, l’osservanza di norme generali o particolari protettive del pubblico interesse, alle quali la concessione o la autorizzazione è sottoposta”. Quindi era ed è tuttora eleggibile.
Se vai in giro a fare affermazioni così nette su cose del genere, sarebbe consigliabile informarsi prima, non trovi?
Commento di Luca Simonetti del 2 September 2010 alle ore 17:39 - ” Quindi era ed è tuttora eleggibile.
Se vai in giro a fare affermazioni così nette su cose del genere, sarebbe consigliabile informarsi prima, non trovi?”
Ma certo.Per esempio, forse Piti si è informato (male, of course) presso uno che ad occhio e croce non ha nessun titolo,il Costituzionalista Pace. che scrive questo
“… mentre le cause di incompatibilità si preoccupano -per finalità di “moralizzazione” della funzione pubblica- di evitare conflitti di interessi tra due cariche pubbliche ovvero tra una carica pubblica e una carica privata, le cause di ineleggibilità -come ripetutamente statuito dalla Corte costituzionale- perseguono lo scopo di evitare “un’indebita influenza sulla libera manifestazione di volontà dell’elettore” ovvero “una capacità di influenza incompatibile con le regole del sistema democratico”.
e anche questo
“E mentre io sostenevo -e tuttora sostengo- che l’art. 10, già così com’è scritto, nel combimato disposto del primo e del terzo comma, implicava ed implica l’immediata ineleggibilità di coloro che hanno la proprietà d’imprese private titolari di concessioni amministrative di notevole entità economica…per determinare, nelle successive elezioni, l’ineleggibilità di Berlusconi.
http://www.associazionedeicostituzionalisti.it/dibattiti/conflitto/pace.html
che dire, non si sarà ” informato ” anche il costituzionalista Pace.
Commento di Mariaj del 2 September 2010 alle ore 18:30 - Allora piti, informandosi presso il costituzionalista Pace, avrà notato che quella che lui espone è l’opinione sua e di Capotosti, mentre ad es. già Amato sosteneva che l’art. 10 andasse emendato aggiungendo l’inciso “e coloro che indirettamente controllano…”. E magari piti avrà anche provato a domandarsi, se davvero l’art. 10 fosse GIA’ applicabile a Berlusconi nel suo testo attuale (e non solo nell’idea di due o tre rispettabili giuristi), a che servirebbe continuare a parlare da vent’anni di nuove norme sul conflitto d’interessi: basterebbe andare davanti a un normalissimo tribunale e il Berlusca sarebbe privato di cariche parlamentari e governative, no?
Commento di Luca Simonetti del 3 September 2010 alle ore 08:04 - Ma naturalmente le cose NON sono così semplici. La norma così com’è ora si applica solo ai detentori di concessioni e ai legali rappresentanti di società titolari di concessioni, e non anche ai soci (diretti o indiretti) di queste ultime: e trattandosi di legge che limita i diritti politici, è senza dubbio norma che non può essere interpretata estensivamente. Poi potrà piacere o meno che si ritengano incompatibili Piersilvio Berlusconi o Fedele Confalonieri e non anche il Berlusca(a me non piace), ma a bocce ferme così è.
Commento di Luca Simonetti del 3 September 2010 alle ore 08:24 - Luca, tu non hai detto a Piti che la sua era solo un ” opinione”, e che c’è ANCHE un’interpretazione di quella legge per cui Berlusconi invece eleggibile lo è. No, tu hai detto che lui dovrebbe informarsi meglio, solo per costatare che ha torto, mentre invece la questione è PERLOMENO controversa.
Come facevo notare io, quando ho scritto che quando si è presentata in Parlamento la questione di legittimità dell’elezione di Berlusconi, il cs ha preferito accodarsi all’ “interpretazione” di quella legge secondo cui Berlusconi era il ” mero” proprietario, mentre chi cadeva nel onflitto d’interessi era Confalonieri.
” a che servirebbe continuare a parlare da vent’anni di nuove norme sul conflitto d’interessi:”
Perchè in tutti questi anni si è finto che quella norma non si aplicasse a Berlusconi, preferendo pensare che la legge sarebbe ” incompleta” o ” non chiara” nel mettere nero su bianco che si applica anche ai proprietari.Come imporrebbe anche la logica e come pensa anche Amato, infatti lui non dice che la legge non si dovrebbe riferire a Berlusconi, scrive che sarebbe meglio metterlo per iscritto per bene.
Comunque, io sono molto critica verso il cs per la mancanza di una legge per il conflitto di interessi. Però. Però, aldilà dele varie ” furbate” autolesioniste di D’Alema, i ” sottili” distinguo di Amato, etc, c’è la questione, che non viene forse abbastanza sottolineata, che, in pratica, per come ha ” impostato” le cose Berlusconi è diventato praticamente IMPOSSIBILE fare una seria legge sul conflitto di interessi. Basti pensare che un eventuale cessione della sua azienda per opportunità politica, cosa prevista in tanti paesi, viene presentata come ” esproprio”. E basti pensare che si parla della sua presunta ” lesione” del suo diritto di essere eletto, mentre appunto la legge costutuzionale prevede molto bene come ci siano dei soggetti per cui è prevista l’ineleggibilità.Il tutto, bisognerebbe ricordalo, con un parlamento che lo spalleggia con grandi numeri. Numeri spesso di maggioranza, o numeri tali da rendere inutile qualunque tentativo.
” basterebbe andare davanti a un normalissimo tribunale e il Berlusca sarebbe privato di cariche parlamentari e governative, no?
” normalissimo tribunale”? IL tribunale ” normalissimo” sarebbe titolato ad occuparsi di queste cose? Non dovrebbe essere , eventualmente, la Corte Costituzionale? E non perchè lo segnalo io, o tu, ma pechè si è creata una qualche diatriba. E , come abbiamo visto, la diatriba non c’è stata, perchè a suo tempo il Cs, nella giunta che se ne occupava, non sollevò obiezioni, preferendo votare col cdd.
Commento di Mariaj del 3 September 2010 alle ore 08:45 - Ok, prendo atto del fatto che se uno (piti) – dopo che un altro (Costa) lo ha invitato a tirar fuori la sentenza che dichiarerebbe il Berlusca ineleggibile – cita una legge che secondo lui esclude il Berlusca dall’eleggibilità e un altro ancora (io) gli fa notare che la legge non lo esclude affatto (btw, e per tua info: la legge non parla né di proprietà né di “mera” proprietà di un’azienda, parla di titolarità di concessioni; la questione della proprietà è emersa successivamente, nei lunghi dibattiti in corso su una NUOVA legge sul conflitto d’interessi, che è questione diversa de iure condendo) in realtà stava solo dicendo che la cosa è controversa. Mi permetto di rilevare che in effetti la cosa è “controversa” più o meno quanto è “controversa” l’esistenza dell’AIDS (cioè, il 99,9% degli esperti la pensano in un modo e lo 0,1% in un altro) e assai meno di quanto sia “controversa” la natura dell’11/9 o l’effettivo arrivo dell’Apollo 11 sulla Luna; ed è per questo, e non per presunte viltà del cs, che non si è mai arrivati a sentenze sul punto (o pensi davvero che se ci fosse stata anche una sola possibilità di levarsi dalle scatole il B. per via giudiziaria, nessuno l’avrebbe seguita sta via?).
Su cosa volesse dire Amato ti lascio farneticare da solo, mi scuserai.
Se vuoi sapere, infine, qual è il giudice competente sui ricorsi elettorali, ti informa lo stesso DPR 361/1957: leggitelo.
Saluti.
Commento di Luca Simonetti del 3 September 2010 alle ore 10:17 - Luca, in breve, e in più commenti, per non essere pesante, perchè se un soggetto scrive
” o pensi davvero che se ci fosse stata anche una sola possibilità di levarsi dalle scatole il B. per via giudiziaria, nessuno l’avrebbe seguita sta via?).”
la cosa mi suscita ilarità ( e sconcerto )e mi lascia col dubbio se chi ha scritto una cosa del genere sia un soggetto che vive normalmente su Marte o se è un indossatore abituale di fette grosse quache centimetro di salame sugli occhi. Ad ogni modo, non mi spinge proprio a rispondere per bene.
Ma comunque. Che la sentenza non ci sia, l’ho scritto anch’io. Ciò che c’è stata è una delibera della giunta per le elezioni che ha decretato che Berlusconi è eliggibile. Trattasi di un organo POLITICO, la cui certificazione di costituzionalità può supporsi uguale a quella di altre leggi emesse da organi politici e successivamente BOCCIATE dalla Corte. Devo elencarle? Chiunque poteva esprimere l’opinione che Lodo Alfano, etc, fossero anticostituzionali, o che violavana qualche principo costituzionale. Cosa riconosciuta in seguito dai giudici costituzionali. Per cui, no, una sentenza giuridica vera e propria non c’era, ma si può legittimamente ritenere che Berlusconi violi la legge. Opinione? Forse. Ma è un’opinione condivisa da altri costituzionalisti.
Commento di mariajo del 3 September 2010 alle ore 15:17 - ” btw, e per tua info: la legge non parla né di proprietà né di “mera” proprietà di un’azienda, parla di titolarità di concessioni; la questione della proprietà è emersa successivamente, nei lunghi dibattiti in corso su una NUOVA legge sul conflitto d’interessi,”
Io non ho sritto che la LEGGE parla di ” mera ” proprietà. IO ho scritto che è stata la giunta, a fare questi distinguo.
” il cs ha preferito accodarsi all’ “interpretazione” di quella legge secondo cui Berlusconi era il ” mero” proprietario, mentre chi cadeva nel onflitto d’interessi era Confalonieri.” L’hai scritto anche tu.
” interpretazione “. Si capisce questa parola? Ecco come la interpretarono
” La Giunta delle elezioni della Camera dei deputati, nel 1994, confermò l’elezione di Silvio Berlusconi (fondatore e azionista di maggioranza di Mediaset, società che controlla RTI, titolare delle concessioni televisive di Canale Cinque, Rete Quattro e Italia Uno) poiché la norma citata andrebbe riferita «alla concessione ad personam e quindi, se non c’è titolarità della persona fisica, non si pone alcun problema di eleggibilità, pur in presenza di eventuali partecipazioni azionarie”
Commento di mariajo del 3 September 2010 alle ore 15:25 - ” Mi permetto di rilevare che in effetti la cosa è “controversa” più o meno quanto è “controversa” l’esistenza dell’AIDS (cioè, il 99,9% degli esperti la pensano in un modo e lo 0,1% in un altro)”
Questa è un’affermazione talmente ridicola ed è talmente vergognoso tirare in ballo l’Aids ( a ca**o di cane ) che te la lascio così com’è.
Commento di mariajo del 3 September 2010 alle ore 15:29 - ” non per presunte viltà del cs, che non si è mai arrivati a sentenze sul punto”
PRESUNTE viltà?
http://www.youtube.com/watch?v=GJUamGyaANY
( secondo 30 circa )
Commento di mariajo del 3 September 2010 alle ore 15:53 - Permettimi, mariajo: me ne frega talmente poco che tu mi “risponda per bene” o meno, che non te lo puoi neanche immaginare. C’è una legge che dice A, e piti e tu volete che dica B: va benone (c’è la famosa norma costituzionale invocata da Costa a proteggervi), ma non cominciate buttandola là come fosse una cosa così evidente che solo i cretini non la vedono, per poi alla prima contestazione svicolare sulla difesa postmoderna “è un’opinione come la tua”. No, non è un’opinione coma la mia: la norma non si applica al Berlusca (perché il furbastro non era né titolare in proprio di concessione né legale rapp.te di Mediaset, ed è un peccato perché la norma in oggetto non si può interpretare per estensione né per analogia), nessuno ha mai seriamente preteso di applicarla al Berlusca, nessuno l’ha mai applicata al Berlusca, end of the story. Mi dispiace che tu e piti non siate d’accordo, ma è così lo stesso. Quanto al resto, manco te risponno.
Commento di Luca Simonetti del 3 September 2010 alle ore 16:16 - Luca, penso non ci sia bisogno che ti dica quanto a ME, freghi qualcosa dell’opinione di chi risponde in modo piccato e offensivo ad un commento, il mio, che voleva essere ed era garbato e rispettoso e si vede rispondere che ” si farnetica”. Ti sei qualificato da solo, come si dice.
” la norma non si applica al Berlusca (perché il furbastro non era né titolare in proprio di concessione né legale rapp.te di Mediaset,”
In un commento ho citato Pace che spiga per filo e per segno perchè , invece, quella norma si applicherebbe a Berlusconi per via del ” combinato disposto” tra primo e quarto comma.
Da wikipedia ( la cito solo per esporre i punti controversi, non per assumerla come Bibbia.
” Tuttavia, secondo alcuni, l’interpretazione di cui sopra sarebbe in contrasto con lo spirito e la lettera della legge. Se infatti Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, ne è il rappresentante legale, a chi si riferisce il sintagma «in proprio»? L’azionista di maggioranza è colui che gode del diritto di proprietà e trae i profitti dalle attività dell’azienda. Inoltre la Giunta, nella sua motivazione, introduce il concetto di titolarità del contratto, che non figura nella legge: l’essere «vincolati con lo Stato» non dipende solo dalla rappresentanza legale, ma anche dai vincoli conseguenti alla proprietà. Si noti che le concessioni televisive sono date all’azienda, non alla persona fisica: dunque il vincolo con lo Stato consiste nella proprietà o nella direzione dell’azienda concessionaria. Infine, che in proprio valga ‘in proprio nome’, con curiosa ellissi del sostantivo, è interpretazione chiaramente confutata dai primi due significati della locuzione: «non essendo alle dipendenze di nessuno» e «di proprietà personale»; la terza accezione, di basso uso, «personalmente, di persona», è limitata all’espressione «rispondere in proprio di qualcosa», in cui è sottintesa l’idea del mettere a rischio le proprie sostanze nell’assumersi una responsabilità ”
Questa opinione è condivisa da molti. In mancaza di una delibera definitiva da un organo NON politico, la tua sicurezza è solo tua e non prova niente. C’è da prendere atto che c’è la delibera della giunta in questo senso, NON che l’opinione della giunta e men che mai la TUA, di opinione, sia insindacabile o inequivocabile.
Commento di mariaj del 3 September 2010 alle ore 17:24 - Se è per questo di pronunce della Giunta ce ne sono state due, non una ed entrambe hanno rigettato i ricorsi per manifesta infondatezza. Ma naturalmente è solo il frutto di un inciucio, eh, e gli argomenti in contrario sono solo “cavilli”, ovviamente. Lasciamo perdere il combinato disposto e il valore del parere di Pace (quella sì è un’opinione quanto la mia, visto che almeno qualche argomento l’ha addotto, a differenza di altri qua sopra), perché il punto vero è: se il problema è controverso, tu e piti che l’avete menzionato a fare come se fosse oro colato? E poi che palle ste continue lezioni di galateo da e a perfetti sconosciuti : a parte che non ho capito chi ti ha conferito il titolo di arbiter elegantiarum, ma inoltre nella fattispecie – non che me ne freghi nulla, sia chiaro – a me i tuoi primi due commenti sono sembrati belli sarcastici. Arisaluti.
Commento di Luca Simonetti del 3 September 2010 alle ore 17:59 - Luca, quanto siano state ” genuine” quelle pronunce delle giunte lo si evince bene da quella dichiarazione di Violante nel filmato che ho linkato.Ma di che parliamo? Facciamo i finti tonti? Questi l’hanno scritto, e l’hanno dichiarato IN PARLAMENTO che non hanno avuto il coraggio. Tranne poi in seguito ricredersi e dichiarare che la legge del 57 rendeva, effettivamente, Berlusconi ineleggibile. E qui facciamo finta che quelle votazioni fossero basate su pure questioni di diritto? E a proposito di ” inciuci”, D’Alema asserisce che nella prima votazione il Cs votò A SFAVORE dell’eliggibilità di Berlusconi. Paolo Sylos Labini gli risponde ricordando i FATTI.
http://www.democrazialegalita.it/sylos/Sylos_lettera%20di%20dAlema%20su%20BICAMERALE_replica=24OTTOBRE2001.htm
Secondo te, perchè D’Alema vuole , diciamo, ” scombinare” i suoi ricordi? Sarà mica per pararsi quella certa parte del corpo dall’accusa di avere appunto ” inciuciato”?
In seguito, è subentrato quel clima di cui parlavo prima, per cui ora Berlusconi è diventato ” intoccabile”
Riguardo alle questioni di ” etichetta”, senti, un conto è il sarcamso e un altro offendere gli altri. Poi, io non voglio fare il dispensantore delle patenti di eleganza, ma rispondevo a TE che mi rispondevi tutto piccato e offensivo. Ti ho scritto : non ti frega niente di ciò che penso io ? Bene, avessi solo idea di quanto me rimbalza ciò che pensi tu.
Commento di mariaj del 3 September 2010 alle ore 18:39 - Ok, Mr o Ms Educazione, prendo atto del fatto che se tu mi scrivi che “la cosa mi suscita ilarità ( e sconcerto )e mi lascia col dubbio se chi ha scritto una cosa del genere sia un soggetto che vive normalmente su Marte o se è un indossatore abituale di fette grosse quache centimetro di salame sugli occhi. Ad ogni modo, non mi spinge proprio a rispondere per bene” fai un commento “garbato e rispettoso” o al massimo dell’innocuo sarcasmo, mentre se io ti rispondo che me ne frega poco se mi rispondi per bene sono “piccato e offensivo” e “mi qualifico da solo”, e su questa vena puerile non ti rispondo più, tanto chi vuole capire ha capito da un pezzo.
Invece provo a rispondere per l’ultima volta sul merito, che è più interessante anche perché è sintomatico di come “ragiona” certa parte della “sinistra” (le virgolette sono intenzionali) italiana – che è poi l’argomento del post di Costa.
Allora, le legge citata da piti menziona solo il titolare in proprio di concessione pubblica o il legale rappresentante dell’impresa che detiene la concessione. Berlusconi nel 1994 non rientrava nell’una né nell’altra definizione, visto che era socio della società che controllava la società titolare della concessione, cioè Mediaset. Nota che la legge avrebbe potuto prevedere anche il suo caso: avrebbe potuto, per es., parlare dei soci di controllo della società* titolare della concessione; anche questo non sarebbe bastato a escludere il B., ma perlomeno la legge avrebbe fatto un passo verso il B., sui due che sarebbe necessario fare per escluderlo. Ma naturalmente chi non sia del tutto prevenuto o ignorante di diritto
sa che una simile scelta del legislatore è stata del tutto volontaria (non è cioè il frutto di una semplice svista, che sarebbe legittimo emendare in via interpretativa), e la ragione di questa scelta è enunciata espressamente nei lavori preparatori: dato che alcune società concessionarie pubbliche hanno centinaia o migliaia di soci, si è voluto evitare di privare tutta questa massa di gente di un diritto fondamentale, anche perché di norma la mera titolarità di azioni non fornisce alcun potere di controllo sulla scoietà stessa (mentre questo potere, per il ben noto fenomeno della c.d. scissione fra proprietà e controllo, ce l’ha di norma l’amministrazione. di qui la menzione del legale rappresentante).
*Non, beninteso, dei proprietari della società, che non esistono.
Commento di Luca Simonetti del 4 September 2010 alle ore 13:03 - Non c’è dubbio che l’entrata in politica del B. abbia messo in crisi questa norma, come tante altre, ed è per questo che una riforma legislativa sarebbe stata opportuna (come tanti giuristi hanno auspicato); ed è su questo piano che il csx ha indubbiamente delle responsabilità. Ma che la norma vigente non servisse affatto ad escludere il B. è certo: non solo il 99% e oltre dei giuristi che si sono occupati della questione (incluso Amato, se ti leggi il suo intervento) hanno sempre concluso in questo senso, non solo lo vuole l’interpretazione letterale e quella teleologica del testo, non solo l’interpretazione contraria sarebbe inammissibile perché estenderebbe impropriamente una norma di stretta interpretazione, ma anche perché, dulcis in fundo, il soggetto chiamato a applicare la legge (la Giunta) per ben due volte, e con due maggioranze diverse, ha rigettato il ricorso e dichiarato il B. eleggibile.
Nota ulteriormente che il punto ha in ogni caso poca rilevanza politica (checché ne dica Pace, che al riguardo richiama modifiche alla costituzione materiale che in altre circostanze è il primo a denegare): infatti, anche se fosse stato ineleggibile, B. avrebbe potuto comunque assumere cariche governative, per le quali (inclusa quella di PdC) notoriamente non è prevista la necessità di essere parlamentare.
Ma a questo punto che succede? Succede che alcuni cominciano a dire che, siccome il punto è controverso (in realtà, ripeto, è “controverso” nel senso che una sparuta minoranza di giuristi, con quella che noi avvocati definiamo “opinione autorevole ma isolata”, dice che la norma va interpetata diversamente: cosa che accade per quasi ogni questione di diritto, dove purtroppo la “verità” non è matematica, ma non impedisce minimamente di andare avanti tranquillamente applicando l’opinione maggioritaria) e siccome la Giunta non è un giudice ma un organo politico, in realtà B. è ineleggibile e se la Giunta ha deciso diversamente è solo frutto di inciuci.
Ora se il primo passaggio è familiare a chiunque abbia mai avuto a che fare coi complottismi o la c.d. “controinformazione” su internet (dall’utilità dei vaccini contro la febbre stagionale alle Torri gemelle) – vale a dire, si usa il testo più isolato esistente per contrapporlo alla “verità ufficiale” con il conseguente simpatico cortocircuito logico che siccome è isolato allora vuol dire che è onesto – il secondo è più interessante. Si parte qui dal presupposto che, siccome la Giunta è di origine politica (anche se si tratta di un organismo para-giudiziario), le sue decisioni siano di necessità dettate da opportunità politica e non dalla giustizia, cioè dall’applicazione della legge elettorale. Ma questo presupposto è del tutto indimostrato: la Giunta in realtà ha applicato, entrambe le volte, la legge esattamente nel senso indicato dalla dottrina assolutamente maggioritaria (e ce lo dicono i VERBALI). Non mi sembra proprio, francamente, che invocare le amnesie di D’Alema o i discorsi di Violante forniscano alcun appiglio alla tesi dell’inciucio (che btw è alquanto in anticipo sui tempi, già nel 1996 ma ancor più nel 1994); ma cmq prego, accomodati e dimostralo.
Quando la “sinistra” si sarà liberata di questi grotteschi riflessi condizionati, per cui *per prima cosa* si mette in dubbio la buona fede di chi non è d’accordo con noi senza manco studiare seriamente il problema, avremo fatto un passo avanti, ma di quelli seri, per tornare ad essere una vera sinistra.
Commento di Luca Simonetti del 4 September 2010 alle ore 13:28
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