domenica 31 luglio 2011

Un Ferruccio Sansa in bottiglia



Il mondo del giornalismo italiano si sta impoverendo.
Ora abbiamo un Giuseppe D'Avanzo in meno.
E un Ferruccio Sansa in più.

Il Sansa ha gli amici giusti e gli sponsor giusti: Beppe Grillo ad esempio lo presenta così alla Woodstock 5 Stelle: "Un genovese doc come me, ha partecipato anche ai nostri V-Day...se tutti i giornalisti fossero così, il Paese potrebbe cambiare in 15 giorni! Finalmente abbiamo qualche giornalista che è con noi, un giornale che è con noi, [Il Fatto Quotidiano, ndM] e forse avremo qualche trasmissione, qualche radio...noi stiamo agendo come virus, e loro sono i primi ad essere stati contaminati!"

Ferruccio Sansa, il fiero "contaminato" dal virus grillino, non perde tempo. Ed ecco quindi un suo fulminante articolo: dapprima intitolato "La scomunica sinistra", poi modificato in "Chi tocca la sinistra muore", evidentemente più incisivo e sensazionalistico.

Nel succitato articolo, in sostanza, Sansa critica le lamentele di Bersani nei confronti della "macchina del fango", dandogli del berlusconiano e del vittimista. Per dimostrare le sue ragioni, paradossalmente, si mette a frignare fa il vittimista egli stesso.

Il tapino è stato ostracizzato nella sua terra per aver "osato" fare inchieste sul bieco centrosinistra il quale, come ribadisce lui, è peggio della destra. La destra, è vero, è più violenta e ti schiaccia direttamente, ma almeno non fa mistero di volerti mettere a tacere e non pretende che la sua arroganza sia "giusta".
La sinistra, invece, userebbe le armi della calunnia, l'insulto, le telefonate a direttori ed editori e si sentirebbe tanto investita di una missione da definire "in malafede" tutti gli altri.

Segue poi una sfilza di salamelecchi a "Il Fatto", che l'ha salvato, che ha la schiena dritta e che gli permette di scrivere quel che vuole. Mica come gli altri giornali dove ha scritto (Il Messaggero, Repubblica, Il Secolo XIX).

Sansa denuncia solo ora queste cose, tra l'altro senza prove e senza nomi: il suo articolo elenca quasi solo dei "si dice", "voci", calunnie a mezzo terzi ecc. Le stesse cose che rimprovera agli altri, ironicamente.

Tra l'altro, lo stesso Sansa scrive: "Ma agli insulti, soprattutto se deliranti, è facile rispondere. Peggio sono le calunnie: non hai un interlocutore cui replicare. Di più: se ribatti dai dignità alle accuse che ti sono rivolte, le ingigantisci, dai loro concretezza. Insomma, devi subire."

Involontariamente, Sansa sta dicendo che lo stesso Bersani non ha tutti i torti a reagire così, anzi.
E per denunciare le calunnie, calunnia egli stesso, in maniera soft, con accuse generiche e fumose.
Se qualcuno nel PD ribattesse, darebbe dignità e concretezza a queste accuse. Ergo, il PD dovrà abbozzare. 

 Subito un tripudio di commenti entusiasti dei soliti principini ("finalmente gliel'hai fatta vedere! era ora che qualcuno glielo dicesse a questi sinistroidi con un ingiustificato senso di superiorità!" "comunisti di merda!"), nonchè paginate sul moderatissimo Libero (ormai gli articoli in tandem tra i due giornali sono sempre di più) e anche il Corriere (con un articolo di quel gran signore di Ernesto Galli Della Loggia).

 Ma vorrei darvi un'ennesima prova della bravura di un giornalista della caratura di Ferruccio Sansa.
Dite, avete sentito mai parlare dei Gatti in bottiglia (o Bonsai Kitten)?
In pratica era un sito farlocco dove, per burla e tramite fotomontaggi, sostenevano di poter vendere dei gattini microscopici, tenuti per quattro mesi dentro delle bottiglie, allo scopo di bloccare la loro crescita.
Il tutto fu smascherato come bufala già nel gennaio 2001.
Ma Ferruccio Sansa, nel febbraio 2002, oltre un anno dopo lo smascheramento della bufala, scrisse un articolo al fulmicotone contro questa "barbarie", questo "museo degli orrori".

Eccovi una foto:






















Come direbbe sarcasticamente Attivissimo, un vero esempio di giornalismo serio, documentato e soprattutto rapido.

Bene, suppongo di avervi dato un numero più che sufficiente di notizie per farvi un'idea su questo figuro.
Bacini.*

(*specie ai micini, rigorosamente in bottiglia)

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