venerdì 11 novembre 2011

Dopo la caduta di Silvio, il veltronismo "dalemiano" di ritorno



Yippee ki-yay, figlio di puttana.

Non credevo avrei mai visto questo giorno.
Non riesco a parlarne, non riesco a gioirne. Devo aspettare Sabato o Domenica, probabilmente: per allora riuscirò a capacitarmene.

Non so, forse sono un disfattista, forse "non ci sto dentro" e non riesco ad apprezzare come si deve il divo Monti, il nuovo eroe del popolo di twitter.
O forse sono stufo del fatto che anche in questa occasione, i Lib-Dem del PD debbano seminare il caos.

Su questo blog ne ho parlato fino allo sfinimento: gente che si riempie la bocca di "primarie" e "democrazia" per poi lamentarsi quando "il popolo" non sceglie loro.
Il veltronismo-senza-Veltroni nel tempo si è evoluto, ha cambiato più volte nomi, bandiere e campioni da mandare alla pugna. I suoi rappresentanti, però, sono sempre gli stessi. E vengono sempre, regolarmente, sconfitti.

La nuova, imprevista situazione politica ha cambiato però le carte in tavola, distogliendoli per qualche minuto dal loro ultimo passatempo: lodare Matteo Renzi e chiedere le dimissioni di Stefano Fassina a giorni alterni.

Sarò brutale: stavolta hanno vinto loro. E, paradossalmente, utilizzando la stessa strategia "antidemocratica" per la quale tanto criticano Massimo D'Alema.

-Il congresso li ha visti sconfitti, ma vabbè, sarà colpa dei sindacati comunisti e dei voti dei mafiosi e camorristi del sud.
-Le primarie hanno incoronato Bersani, ma si sa, le primarie vanno bene solo quando l'attuale dirigenza del PD le perde: sarà stata colpa delle orde di cinesi napoletani, chissà.
-Le amministrative hanno reso il PD bersaniano primo partito, premiando peraltro candidati radicalmente "di sinistra" come Pisapia, Zedda e De Magistris: molto lontani, insomma, dai vari "sì a Marchionne" e dalle politiche liBBBeral di Ichino.
-La vittoria dei 4 Sì al Referendum è stata un'ulteriore batosta alla linea "liberista e privatizzatrice" di Renzi e Chiamparino.

Ed è qui che si vede l'ipocrisia di questa gente: il "popolo delle primarie", la "società civilissima" (come la chiamano loro), l'elettorato, la democrazia...vanno bene solo quando possono agitarle contro Bersani.
Se invece "laggggente" decide democraticamente e inequivocabilmente una linea politica del tutto OPPOSTA alla loro, ecco che scelgono di IGNORARLA.

Vendola stesso funziona solo quando possono agitarlo come spauracchio contro Bersani: lo si elogia, si fa notare come, alle primarie, molti del PD voterebbero Nichi al posto di Pigi (facendo intuire che loro stessi opterebbero per questa scelta)...e poi?
E poi criticano Stefano Fassina perchè le sue ricette economiche su lavoro e welfare sono "troppo di sinistra", "troppo Vendoliane", quando non "neobertinottiane". Sono gli stessi che, in questo momento delicato, sfottono a spron battuto Vendola e la "foto di Vasto".

Insomma, si tratta di gente che da un lato vuole i voti di Vendola, dall'altra vuole attuare politiche del tutto opposte a quelle di Vendola. Più che opposte: in conflitto totale. Ce la vedo solo io, l'ipocrisia?

Ora, ad ogni modo, la situazione è per loro propizia.
Non sono riusciti a ottenere il favore dell'elettorato. Però possono dribblare il loro volere, in barba alla democrazia di cui si ritengono paladini.

Come? E' presto detto. Il PD, purtroppo, si è messo in un cul de sac dal quale sarà difficile uscire: la disponibilità a "fare un passo in avanti", ad "assumersi le proprie responsabilità" ha messo il partito di Bersani in un vicolo cieco.
Di Pietro ha già detto di no al governo tecnico e alle ricette del liberista Monti (definite "macelleria sociale"), Vendola non è entusiasta. Il PD non può permettersi, in questa occasione, di andare all'opposizione con l'IdV (e la Lega!!!): si giocherebbe la sua credibilità, dopo mesi e mesi passati a parlare di responsabilità.
Ma se diventa maggioranza, sarà probabilmente costretto a dire addio all'alleanza con SeL e IdV.
Con che faccia si presenterebbe agli ex alleati e agli elettori ri-mettendo in piedi quell'alleanza, dopo che per mesi (o un anno) ha attuato politiche sgradite a Vendola e Di Pietro? Quanto potrebbe essere credibile, quest'alleanza?

Allo stesso tempo, sempre per senso di responsabilità, il PD sarà costretto a votare provvedimenti impopolari e totalmente diversi da quelle espresse dal partito nel suo programma economico. Certo, il momento è grave, c'è da salvare il paese e lo spread non perdona. Ma proprio per questo, il PD come può mantenere fermi i suoi punti? Come può tenere la "barra dritta" su questi temi? Aggiungiamo che è probabile la nomina di Pietro Ichino a ministro del Welfare, e la sconfitta è totale.

Insomma, Bersani in un sol colpo è costretto a rinnegare tutti i temi su cui ha basato la sua mozione congressuale: addio alle alleanze, addio a una politica economica di sinistra vicina al socialismo europeo (ossia: Fassina sì, Ichino no).
Che si dimetta o meno, è una sconfitta.
E quindi? Se non ci sono le alleanze, c'è la vocazione maggioritaria. Se non c'è il socialismo, c'è il liberismo.
Vocazione maggioritaria e blairismo liberista stile Ichino.
Veltronismo di ritorno, insomma. Walter Veltroni è tornato, con un altro nome.

Ed ecco la grande vittoria degli ex-veltroniani, dei marchionniani, sofriani, renziani, degli ichiniani, dei reaganiani, dei thatcheriani, dei blairiani, dei libdem, chiamiamoli come vogliamo. Hanno vinto, ironia della sorte, diventando l'uomo che dicevano di odiare: SONO DIVENTATI D'ALEMA.


Sotterfugi, manovrine di palazzo, realpolitik, giochi di potere nell'ombra, sfiducia e diffidenza nei confronti dell'elettorato, mancata consultazione col popolo nel prendere le decisioni, dribbling della democrazia...sono queste le accuse che hanno sempre fatto a D'Alema. Vere o false che sia non sta a me dirlo. Ma è quantomeno curioso che abbiano fatto tutte, ma proprio tutte, le cose che dicevano di disprezzare: l'attacco alla segreteria nonostante fosse legittimata dalle primarie, le correntine, le fondazioni, le interviste ai giornali, le iniziative di opposizione, e ora infine un vecchio trucchetto politico che fa tornare tutto come prima ignorando il volere del popolo delle primarie, delle amministrative e dei referendum (dato che almeno il risultato di uno dei quattro quesiti sarà probabilmente stracciato: bentornate, privatizzazioni).


L'ironia della sorte: il "cattivo" viene sconfitto definitivamente, ma anche nella sua caduta riesce a portare con sè il "buono". La sua più grande vittoria è il sapere di aver reso il suo nemico tale e quale a lui.
E' un vecchio tormentone dei fumetti, lo scontro finale tra l'eroe e il criminale. Il momento classico è quando il cattivo sfida l'eroe: "Avanti, fallo! Uccidimi!". E in quel caso l'eroe, in genere, si ferma: se andasse avanti diventerebbe un assassino, come il suo nemico. E lui avrebbe vinto davvero.



E sta succedendo proprio questo: Berlusconi è stato sconfitto, ma ha portato la situazione italiana a un simile punto di non ritorno che Bersani non potrà (mai?) attuare le politiche sociali che vorrebbe. Dovrà, piuttosto, ingoiare il rospo e attuare politiche liberiste, se non proprio di destra. Dovrà accettare che si annienti l'Articolo 18, che si allunghi l'età pensionabile, e così via.

Allo stesso tempo i simil-Veltroni sono riusciti a battere i simil-D'Alema con le loro stesse armi, ma così facendo sono diventati come colui che detestavano, in nessun modo migliori di loro.

Che devo dire? Voglio elencarvi tutti.
Walter Veltroni, Matteo Renzi, Sergio Chiamparino, Sergio Marchionne, Pietro Ichino, Luca Sofri, Francesco Costa, Marco Campione, Christian Rocca, Stefano Menichini, Pippo Civati, Marta Meo, Ivan Scalfarotto, Cristiana Alicata, Enrico Letta, Arturo Parisi.

Avete vinto, contenti? Il futuro è vostro.
Buon pro vi faccia.
Anzi no, strozzatevici.