domenica 17 aprile 2011

Stefano Feltri, nomen-omen


Si chiama Stefano Feltri, ma non è parente di Vittorio.
Classe '84, si è laureato alla Bocconi e ha collaborato per il Foglio di Giuliano Ferrara e per il dalemianissimo Riformista (gli ex-dalemiani pentiti sono i più inviperiti nei confronti di Baffetto, basti pensare a Velardi). Attualmente è il responsabile economia del Fatto Quotidiano, e per l'occasione ha sostituito gli occhiali da sole fighetti (con cui si faceva le foto su Facebook nelle sue vacanzette da figlio di papà arricchito) con dei più sobri occhiali da vista.

Il Fatto è un giornale particolare. Il suo è un tipo di informazione ruspante e urlata, ma spesso efficace. Riesce talvolta a fiutare le notizie in anticipo rispetto a giornali ben più blasonati.
Il problema è che troppe volte i fatti sono sostituiti dalle opinioni. Punti di vista spacciati per verità assolute. L'esatto contrario del buon giornalismo, insomma.
Molti di coloro che ci scrivono, quando non hanno notizie particolari da dare, preferiscono sbattere su tastiera le loro personali antipatie e frustrazioni (un po' come sto facendo io ora in questo blog, solo che non mi faccio pagare, non ho risonanza nazionale e non sposto opinioni di zombie-fan dal livello d'attenzione di un gerbillo). Gran parte dei loro sforzi, generalmente, si concentra sul trovare sempre nuovi e avvincenti modi per sparare sul PD.
Minchia, sparare sul PD. Trovare un difetto al PD. Criticare il PD. Fare battute sarcastiche sul PD. Che faticaccia, eh? Difficilissimo, già già.
Parafrasando Bucknasty (ho solo sostituito "Fabio Fazio" con "il PD"), <<Nonostante criticare il PD richieda lo stesso coraggio intellettuale di sfilare con una bandiera arcobaleno durante un gay pride, lo status quo giornalistico non riesce a non venire nei pantaloni ogni volta che succede>>.

Ora, questo Stefano Feltri è andato al Festival del Giornalismo di Perugia e s'è sentito il discorso di Fausto Raciti, attuale capoccia dei Giovani Democratici (i giovani del PD). Le proposte su economia, lavoro e precariato di Fausto l'han fatto incazzare e pertanto ha preso la parola, dando le sue contro-ricette. Raciti gli ha risposto grossomodo che per lui "Il Fatto Quotidiano è un giornale di destra" e questo deve aver fatto particolarmente rosicare Feltri. Abbastanza da fargli scrivere questo articolo.

Il titolone, d'effetto, è esemplificativo della linea editoriale che alcuni, al Fatto, seguono pedissequamente:
"Vedi Raciti e smetti di votare Pd"
E' un altro caso di opinione spacciata per fatto: l'autore ammicca al suo pubblico di riferimento, suggerendogli già dal titolo la conclusione a cui deve arrivare. E generalmente il suddetto pubblico di riferimento la dà subito per buona: in fondo, l'ha detto xxxxxxx, quindi SARA' VERO per forza, no? Del resto, raramente costoro leggono per intero gli articoli dei loro beniamini. Casomai leggono il titolo e le prime righe, tanto per farsi un'idea. Leggere comporta tempo, attenzione, impegno e materia grigia. Tutte cose che spesso scarseggiano

Ora: io sto nei Giovani Democratici e Fausto Raciti è il mio attuale segretario nazionale. 
Lo dico per correttezza. Il fatto che ora lo difenda esula del tutto dalla mia opinione personale sul mio operato, che terrò per me: se lo lodassi, sembrerei un lecchino, mentre se lo criticassi sembrerebbe che io voglia tirare l'acqua al mulino di qualche corrente con-corrente.
Ecco, anche se io fossi un detrattore di Raciti, l'onestà intellettuale mi obbligherebbe a dire, con un sorriso a mezza bocca: "Heh. Il titolo pure pure ci può stare, sono le motivazioni con cui lo critica ad essere sbagliate".

Si potrebbe dire che più che prendere le difese di Raciti, mi abbia dato fortemente al cazzo il modo in cui abbia apostrofato la giovanile dove milito io e molti miei amici: "un’entità misconosciuta, i Giovani democratici che per chi non lo sapesse sono i giovani del Partito democratico (ebbene sì, esistono)".
Mi sembra giusto: i giovani, si sa, vanno bene solo quando sono "i propri". I giovani non controllabili diventano "giovani vecchi" e "vecchi dentro". Ti pare poi che ci sono dei giovani nel PD? Pazzesco!
E invece siamo la giovanile più grande d'Italia, gne gne gne.

Allora, quelli di Raciti sulla scuola pubblica sono "slogan" (mica come le concretissime proposte dei Grillini, ovviamente). Il pubblico in sala è "scarso". Raciti vuole "alzare le tasse" (=tassare le rendite finanziarie), "assumere tutti i precari della scuola" e tutelare il "sacro totem dell'articolo 18". Si intuisce che Feltri sia un "ichiniano": peccato per lui che non sia Ichino il responsabile economia del PD, bensì Stefano Fassina.

Insomma, Raciti diventa Il Male (e con lui tutto il PD) solo perchè le sue proposte non piacciono a Stefano Feltri. Il quale, a quanto pare, NON vuole tassare le rendite finanziarie, NON vuole assumere i precari ed è CONTRO la tutela dell’art.18.

Stefano Feltr, tra omissioni e falsità, trascura il fatto che il Parlamento Europeo abbia approvato la proposta del PSE di introdurre una tassa sulle rendite finanziarie
Ma per il bocconiano Stefano Feltri, tassare i ricchi e i furbi è "roba da Ottocento". 

Curiosità: per criticare Raciti (e il PD), anche nei commenti, Feltri cita le proprie controproposte. Che sono le stesse proposte ufficiali del PD. Allora si decida: da un lato vuole convincere la gente a non votare PD, dall'altro usa le parole dello stesso Bersani per esporre le proprie tesi anti-PD.
Una volta che glielo si fa notare, nei commenti, Stefano Feltri sbuffa "eh, Raciti dice cose che il suo partito non condivide".
 Bene. Ora ti devi decidere, Stefano Feltri. Tu critichi le idee di Raciti. Raciti, dici tu, ha idee diverse dal PD.
Pertanto, a rigor di logica, Raciti non dovrebbe farti smettere di votare PD, ma casomai dovrebbe convincerti a votarlo ancor di più, dato che PD e Raciti hanno idee diverse sull'economia (e, a quanto pare, tu condividi quelle ufficiali del PD).
Ma...aspetta un attimo. Hai anche appena confermato che il PD ha delle idee e delle proposte sull'economia? Ma non era lui il primo a scrivere articoloni sul PD che non aveva proposte?
Quindi ha mentito? Buono a sapersi.

Se Stefano Feltri critica la posizione di Raciti sull’articolo 18 ma se ne infischia di parlare delle proposte del PD, di chi sarà la colpa se il PD perderà voti? Di Raciti o di Feltri?
Ma in questo il Feltri Bis è in buona compagnia, visto il silenzio stampa del Corriere della Sera di Ferruccio De Bortoli sulle proposte di Stefano Fassina.

Tra l'altro, nel suo articolo “Pd: poche idee sull’economia e confuse”, Feltri criticava quelle stesse proposte del PD che oggi rimprovera a Raciti di non seguire (recando così un danno al suo partito). Buffo, nevvero?
Insomma, il problema di Raciti è che ricorda un dirigenti PCI, difende l’articolo 18 e critica Ichino e l’ultraliberismo. Ce ne faremo una ragione.

Ad ogni modo, quando il Pd non ha il coraggio di criticare gli assetti neoliberali dettati dall'Europa tutti a dargli addosso. Quando Raciti rende una posizione netta in favore del lavoro e della scuola pubblica, non va bene lo stesso.
Vabbè, daremo per buone le lezioni di economia ultraliberista, lavoro e precariato a cura di un tizio sufficientemente ricco da potersi permettere la Bocconi e i suoi diecimila euro di tasse annuali.
D'altronde la formazione di Feltri (la Bocconi e l'Aspen Istitute) è quella tipica di un economista della destra liberista.

Ma vabbè, lo scopo di Feltri è raggiunto: convincere altra gente che il PD è il Male e farla votare in massa il MoVimento dei Grillini. Giusto? Stefano Feltri otterrà i suoi 15 minuti di gloria? Avrà frotte di fan che lo incenseranno come un novello Travaglio?

E invece no. Feltrino fa sì il boom dei commenti (più di 120, mentre ultimamente languivano), ma per la maggior parte sono critici nei suoi confronti. A quanto pare, anche al Fatto Quotidiano, la gente preparata e competente c'è. Ed è più che capace di vedere il suo bluff.

Stefano suda freddo, tant'è che si sente in dovere di correre ai ripari e pubblicare un nuovo post, esclusivamente per rispondere ai commenti.
Ritenta, sarai più fortunato.